Accogliamo l’invito! Mercoledì delle Ceneri

Accogliamo l'invito!

Ancora una volta la Liturgia ci rivolge l’invito ad accogliere il tempo favorevole della riconciliazione: non rifiutiamolo. Non rendiamo vana la grazia di Dio.

Omelia per mercoledì 22 febbraio 2023

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Letture: Gl 2,12-18; Sal 50 (51); 2Cor 5,20-6,2; Mt 6,1-6.16-18

Anche quest’anno siamo giunti alle soglie del grande cammino della Quaresima… di già!

Tempus fugit: «il tempo scappa via», e noi gli corriamo dietro a rotta di collo, cercando di fermarlo.

Padroni o schiavi?

Ci accorgiamo di non essere padroni del nostro tempo, di non riuscire mai a trovare il tempo per nulla, soprattutto per ciò che è importante: dovremmo fare questo o quello, ma qualcos’altro di più urgente o imprevisto arriva sempre a distoglierci e a rubarci l’attimo.

La nostra vita è tutta frenesia e disordine: più che una storia che procede lineare, sembra un collage di episodi appiccicati maldestramente l’uno all’altro.

E anche chi si vanta di essere un ottimo pianificatore, cerca in tutti i modi di distorcere la realtà per ricavare più tempo di quello che ha realmente, e non solo in agenda, ma anche sul “taccuino della vita”.

Da una parte vorremmo essere aiutati a ottimizzare i tempi, a mettere ordine nelle nostre giornate, dall’altra ci arrabbiamo subito se qualcuno osa dettarci i ritmi o ci richiama delle scadenze.

L’anno liturgico: un grande dono

Ecco perché la Liturgia, con la strutturazione dell’anno liturgico è un grande dono: ci aiuta a scandire il tempo e a “ritagliare” quello necessario per le cose importanti.

Non è una “tabella di marcia” che ci siamo scritti noi; perciò, non ci dobbiamo arrabbiare se qualcosa va storto rispetto a quanto ci eravamo ripromessi.

Non è nemmeno un’agenda che ci viene imposta a forza: di fatto siamo liberi di adottarla oppure no.

Per di più è un’esperienza che ci carica di coraggio, perché non la viviamo da soli, ma assieme ad un’intera famiglia di persone che camminano – ciascuno col proprio passo – verso una meta comune.

Un invito gentile

I tempi liturgici sono “inviti gentili” a darci il tempo necessario per le cose belle, come quando qualcuno che ci vuole bene ci dice con affetto: «perché non ti prendi una settimana di ferie? Ti farebbe bene».

Sono un invito a cogliere il significato del tempo che scorre e a leggervi il senso profondo della nostra vita.

Di solito, quando raccogliamo questi inviti e ci lasciamo convincere a porre dei colori e dei segni di demarcazione sul nostro scialbo calendario, ne rimaniamo contenti.

Anche questa Quaresima arriva così, come un invito gentile; è il senso delle parole dell’apostolo Paolo nella seconda lettura di oggi:

Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!

Non facciamoci pregare

Come dicevo poco fa, molte volte – accogliendo l’invito di un amico – abbiamo sperimentato la gioia di rendere speciale il nostro tempo; molte altre, invece, l’indecisione, la pigrizia e la poca fiducia in noi stessi ci hanno fatto tentennare, fino a bloccarci e farci perdere le occasioni più belle.

Spesso ci facciamo letteralmente pregare, e così accade anche oggi, all’inizio di questa Quaresima:

Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.

Proprio così: l’apostolo – e con lui tutta la Chiesa – ci supplica di lasciarci coinvolgere, per non sciupare l’ennesima occasione:

vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio.

È già tutto pronto

Forse, ciò che ci scoraggia e ci fa tentennare ogni volta è pensare alla Quaresima solo come un tempo di penitenza, carico di impegni, rinunce, sacrifici…

Ma anche in questo senso, la Parola di Dio è incoraggiante, perché l’apostolo sembra dirci di non preoccuparci, che è già tutto bell’e pronto e organizzato; infatti, l’invito è a lasciarci riconciliare con Dio, sottinteso che noi non dobbiamo far altro che lasciarci perdonare e amare da Lui, accogliendo la Sua mano tesa verso di noi:

Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.

Accogliamo l’invito allora: lasciamoci prendere per mano, facciamoci pure pregare, trascinare, ma non mandiamo a vuoto questa occasione favorevole di rendere pieno e denso il nostro tempo.