Gioia e dolore del parto
Se accogliamo l’invito di Gesù a portare il “giogo” assieme a Lui la nostra vita sarà un partorire nella gioia, altrimenti sarà solo «partorire vento» e dolore.
Omelie per i giorni feriali del ciclo liturgico “II” (anni pari)
Se accogliamo l’invito di Gesù a portare il “giogo” assieme a Lui la nostra vita sarà un partorire nella gioia, altrimenti sarà solo «partorire vento» e dolore.
Siamo tutti strumenti nelle mani di Dio, nel bene e nel male, ma spesso ci insuperbiamo e ci mettiamo al Suo posto, come un bastone che brandisce chi lo impugna
Quando il Signore ci dice «Sta’ tranquillo» non ci invita a una fede cieca, ma a lasciarci prendere in braccio da Lui, come il bambino piccolo con la sua mamma.
Nonostante le nostre infedeltà, il Signore ci invita a non aver paura di metterci a Sua disposizione, dicendo ogni giorno il nostro «Eccomi!»
Non c’è bisogno di preparare alcun discorso se si è nella verità, perché Dio è sempre dalla nostra parte, e parla Lui a nostra difesa, perfino contro Se stesso!
Dio non vuole che lo rispettiamo per timore di Lui, ma perché abbiamo sperimentato tutte le sfumature del Suo Amore immenso, che agita le viscere del Suo cuore.
Ricchezza e benessere non sono cose malvage in sé, ma se le facciamo diventare un idolo, rischiamo di dimenticare e rifiutare Chi ce ne ha fatto dono.
Idolatria non è adorare statue o esaltare personaggi famosi… è dire: «quello che ho me lo sono fatto io… Io mi sono fatto da solo», che è ancora peggio.
Le tristi vicende coniugali di Osea ci aiutano a entrare nel cuore di Dio, infinitamente grande e fedele nell’Amore nonostante le nostre continue infedeltà.
La vera fame di cui preoccuparci è quella dello spirito. Che non ci accada di rifiutare oggi la Parola di Dio e poi non trovarla più quando ne avremo bisogno.