Obbedienza è pace. Il “buon senso” non è una virtù
Due parole sulla virtù dell’obbedienza cristiana, a partire dalla pretesa di più “buon senso” e dalla meditazione sulla figura di san Giuseppe.
Sotto questa categoria raccolgo considerazioni, pensieri e riflessioni, di varia natura, ma sempre fatti da un sacerdote cattolico che medita sulla vita quotidiana. Il tutto alla luce della Parola di Dio e della Dottrina cattolica.
Due parole sulla virtù dell’obbedienza cristiana, a partire dalla pretesa di più “buon senso” e dalla meditazione sulla figura di san Giuseppe.
Saper tacere (e saper parlare quando occorre) è segno di sapienza. Che il Signore ci insegni a mettere i “filtri” giusti: sulle orecchie e sulla bocca!
Basta l’assenza e la mancanza dell’Eucaristia per capirne veramente l’essenza? No: per capirla bisogna prima spezzarsi come il pane e donarsi nella carità.
In questo lungo “sabato santo” impostoci dall’isolamento per la pandemia abbiamo l’occasione di digiunare da ciò che non è essenziale, anzi, ci è dannoso.
Il nostro sonno e quello di Gesù sono proprio diversi. Noi dormiamo per dimenticare le nostre responsabilità… Lui dorme per scendere agli inferi e salvarci.
La misura dell’Amore è amare “di più”, senza misura. Il perdono è la forma più grande di Amore. Dio ce lo insegna rendendoci destinatari di un perdono smisurato.
Dio non è il “Grande Fratello”, un “impiccione” che ci tiene d’occhio: è un Padre che vede tutto perché sta attento che i Suoi bambini si facciano male
La santità è anzitutto dono di Dio, che sceglie i piccoli. E forse la montagna più difficile da scalare per noi è proprio quella dell’umiltà
«Solo per oggi», conosciuto come il «Decalogo della quotidianità» del santo Papa Giovanni XXIII è un’ottima meditazione e preghiera contro l’ansia.
La serenità è un dono di Dio, viene dalla fede in Lui, dal rassegnare tutta la nostra vita nelle sue mani, come ha fatto Cristo.