Perché confessarsi da un prete?
Perché devo raccontare i miei peccati a un prete, che è un uomo e un peccatore come me? Non posso chiedere perdono direttamente a Dio? Chi l’ha prescritto?
Sono davvero tante le storie che ascolto durante il mio ministero di confessore, e molte sono fonte di riflessione che è bello condividere con tutti: c’è sempre da imparare e da crescere nella fede, e anche nella capacità di vivere questo sacramento in modo sempre più santo.
Perché devo raccontare i miei peccati a un prete, che è un uomo e un peccatore come me? Non posso chiedere perdono direttamente a Dio? Chi l’ha prescritto?
Per guarire dall’invidia c’è solo un modo: smetterla di paragonarci agli altri e prendere coscienza della nostra unicità, scoprendoci infinitamente amati da Dio.
Gli scrupoli tormentano la coscienza e impediscono di sperimentare appieno la misericordia di Dio e la pace. Ma ricordiamo: «Dio è più grande del nostro cuore».
Siamo tutti pieni di sensi di colpa, ma – di contro – abbiamo smarrito il senso del peccato. Questo è accaduto perché abbiamo eclissato Dio con il nostro “io”.
«Ho fatto dei pensieri cattivi» è uno dei peccati che mi sento confessare più spesso; ma questa espressione è piuttosto generica e va chiarita bene.
Quanti genitori soffrono interiormente perché i loro figli si sono allontanati dalla fede! Ma non bisogna disperare, anzi: bisogna continuare a testimoniare e seminare
Non andiamo fieri dei nostri peccati ricorrenti, ma – come per le malattie croniche – grazie a Dio esiste un “farmaco salvavita”: la Confessione frequente