Chi regge il confronto con un Dio così?

Chi regge il confronto con Dio?

Il confronto con Dio non regge se pretendiamo di proiettare in Lui le nostre caratteristiche, se ne facciamo un idolo. Dobbiamo invece assomigliargli nell’Amore e nella misericordia.

Commento alle letture di martedì 19 luglio 2022

Letture: Mi 7,14-15.18-20; Sal 84 (85); Mt 12,46-50

Le letture di ieri mi hanno portato a riflettere sul fatto che – per quanto l’uomo le provi tutte per mettersi al posto di Dio o per trasformarlo in una sorta di “super-uomo” – Dio rimane Dio, unico e inimitabile.

Oggi il profeta Michea se ne esce con questa domanda:

Quale dio è come te?

per aggiungere che – se il confronto non regge tra Dio e uomo – non regge nemmeno un ipotetico confronto tra Jaweh e qualsiasi altra divinità (e abbiamo visto come Israele abbia più volte assecondato la tentazione di rivolgersi a divinità straniere e idoli vari).

Il confronto non regge

Il confronto non regge perché le altre “divinità” sono solo dei fantocci, opera delle mani dell’uomo:

I loro idoli sono argento e oro,
opera delle mani dell’uomo.

Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,

hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.

Le loro mani non palpano,
i loro piedi non camminano;
dalla loro gola non escono suoni!
(Sal 115,4-7)

Sono solo riproduzioni di esseri umani, per di più mal riuscite (perché inanimate e incapaci di entrare in relazione).

E quand’anche un giorno l’uomo fosse capace di costruirsi un “dio” che parla, vede, sente, odora, palpa e cammina, non sarebbe altro che una “bestia” prepotente che esercita con violenza il suo potere sul mondo, proprio come leggiamo nell’Apocalisse:

vidi salire dalla terra un’altra bestia… Essa esercita tutto il potere della prima bestia… E le fu anche concesso di animare la statua della bestia, in modo che quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non avessero adorato la statua della bestia (cfr Ap 13,11-18).

Il Dio della misericordia e del perdono

Il Dio descritto e invocato da Michea è diverso da ogni divinità perché

toglie l’iniquità e perdona il peccato…

…non serba per sempre la sua ira,
ma si compiace di manifestare il suo amore.

…tornerà ad avere pietà di noi,
calpesterà le nostre colpe.

getterà in fondo al mare tutti i nostri peccati.

Conserverà a Giacobbe la Sua fedeltà,
ad Abramo il Suo amore,
come
ha giurato ai nostri padri
fin dai tempi antichi.

E siccome l’essere umano non è capace di misericordia e perdono (ma solo di vendetta e giustizia sommaria), non può assomigliare al Dio di Israele, e tantomeno produrre divinità che abbiano queste caratteristiche: nessun confronto sembra possibile.

Un Dio così fa comodo…

Noi invochiamo spesso un “Dio-castigamatti” (molto simile – purtroppo – alla bestia dell’Apocalisse), che faccia morire i vari Putin della storia, i preti pedofili, i prepotenti…

Però, quado si tratta di “sistemare i conti” con noi, non ci dispiace nemmeno un Dio così “di manica larga”, che getta in fondo al mare tutti i nostri peccati

Non è peccato desiderare un Dio così clemente, pietoso, fedele, amorevole, anzi: è Gesù stesso che insiste perché lo conosciamo così.

Ma un Dio così non è “a costo zero”: la misericordia di Dio bisogna guadagnarsela.

E come?

Il confronto necessario

Facendo di tutto per assomigliare a Lui, ed esercitare a nostra volta la stessa misericordia e indulgenza:

Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso (Lc 6,36).


Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe (Mt 6,14-15).

È questo il paragone, il confronto da fare ogni giorno: quello tra il nostro modo di agire verso i fratelli e il modo di agire di Dio verso di noi.

Siamo chiamati – giorno per giorno – a rendere vera e autentica quella somiglianza a Sé che Dio ha voluto imprimere in noi il giorno della Creazione.

Parenti di Gesù

È questo continuo metterci davanti a Dio – a confronto con Lui – e cercare di comportarci al Suo stesso modo e come Egli desidera da noi che ci rende non solo somiglianti a Lui, ma addirittura Suoi figli e consanguinei di Gesù:

«Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre».