Circoncisione del cuore

Circoncisione del cuore
Omelia per martedì 15 ottobre 2024

La circoncisione è il simbolo di una religiosità fatta di opere che sono l’osservanza sterile della Legge, ma è dal cuore che deve partire tutto.

Letture: Gal 5,1-6; Sal 118 (119); Lc 11,37-41

Il brano della Lettera ai Galati che ascoltiamo oggi nella Prima Lettura comincia riproponendoci il primo versetto del capitolo quinto, che abbiamo ascoltato in chiusura al brano di ieri:

Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.

È la supplica che Paolo rivolge ai cristiani della Galazia di non farsi ingannare da chi sta cercando di traviarli e farli ritornare a confidare nella carne anziché nello Spirito, nelle opere anziché nella fede.

Il giogo della schiavitù

Nei versetti seguenti l’apostolo entra nello specifico, andando al “sodo” della questione:

se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla.

La circoncisione era il rito di iniziazione alla vecchia alleanza consegnato da Jaweh ad Abramo,1 un segno evidente e “impegnativo” (anche dal punto di vista della sofferenza fisica, soprattutto se eseguito in età adulta).

È così da sempre: l’uomo è convinto che – anche nei rapporti con Dio – conti la “sostanza”, le cose eclatanti, “onerose”, evidenti; nel contesto odierno potremmo tradurle nel mostrarsi religiosi negli atteggiamenti, nelle liturgie curate, nell’ostentare le proprie elemosine…

Ma Paolo, che ha vissuto sulla sua pelle quel tipo di religiosità, avverte: credere di poter trovare giustificazione nella Legge è sottomettersi al giogo della schiavitù, anche perché chiunque si fa circoncidere è obbligato ad osservare tutta quanta la Legge.

La circoncisione del cuore

Non è che a Dio non facciano piacere le nostre opere (soprattutto se sono buone), ma non dobbiamo mai dimenticare che

«l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore» (1Sam 16,7).

È dal cuore che tutto deve partire! Già nell’Antico Testamento ci si era resi conto che non bastava un’operazione chirurgica rituale a garantire la fedeltà a Dio.

Su questo tema ho già fatto un excursus (credo) esauriente in una riflessione a metà aprile scorso (quando commentavo il discorso del diacono Stefano negli Atti degli Apostoli), al quale vi rimando per non fare semplicemente (e inutilmente) un operazione di “copia-incolla”.2

Autoesclusi dalla grazia

Paolo mette duramente in guardia rispetto alla convinzione che un segno esteriore possa avere più valore rispetto alla fede:

Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella Legge; siete decaduti dalla grazia.

Tradotto:

«se pensate di salvarvi da soli, accomodatevi pure, ma non venite più a chiedere aiuto a Cristo, perché avete rifiutato la salvezza che Egli vi aveva conquistato per grazia».

Grazie al Cielo, Dio non è così tranchant, ma lascia sempre aperte le porte per tornare a Lui… ma la minaccia dell’apostolo va presa seriamente, perché chi dà più valore alle proprie “operine religiose” rende vana la Croce di Cristo,3 il prezzo incommensurabile al quale Egli ci ha salvati.4

Quanto a noi

Mi piace la conclusione del brano, introdotta dall’espressione «quanto a noi», che mi richiama subito alla mente la conclusione della grande assemblea di Sichem convocata da Giosuè:

«Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore».5

Paolo si pone come esempio stentoreo davanti a tutti, non per vantarsi, ma per indurre anche i Galati a scegliere nuovamente la via del Vangelo, e – nel farlo – chiarisce in modo netto che non è per su merito che resta fedele a questa scelta, ma per la forza dello Spirito Santo che dona le virtù teologali:

per lo Spirito, in forza della fede, attendiamo fermamente la giustizia sperata. Perché in Cristo Gesù non è la circoncisione che vale o la non circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità.

Opere di fede

La fede è principio della vita nuova, ma è legata – dall’azione dello Spirito – alla speranza e alla carità: è l’esercizio di quest’ultima che manifesta che la fede è viva.6

Ecco riabilitate anche le opere, dunque, ma non più come sterile osservanza della Legge, bensì come espressione della fede e della speranza in una perfetta carità.

  1. Cfr Gen 17,9-14. ↩︎
  2. Cfr Incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, omelia per martedì 16 aprile 2024. ↩︎
  3. Cfr 1Cor 1,17. ↩︎
  4. Cfr 1Cor 6,20; 1Cor 7,23; 1Pt 1,18-19. ↩︎
  5. Cfr Gs 24,1-28 (in particolare il versetto 15). ↩︎
  6. Cfr 1Gv 3,23-24. ↩︎