Colonne perché liberati. Santi apostoli Pietro e Paolo

Omelia per domenica 29 giugno 2025
Le due “colonne” della Chiesa condividono e ci offrono come testimonianza la stessa esperienza di liberazione dalle proprie miserie ad opera del Risorto.
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Letture: At 12,1-11; Sal 33 (34); 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19 (messa del giorno)
Nella Roma imperiale il 29 giugno si festeggiavano i fondatori della città: Romolo e Remo; come di tante altre feste pagane, anche di questa ricorrenza i cristiani hanno fatto una festa liturgica: quella delle due vere “colonne” su cui è fondata la Città eterna.
Le colonne della Chiesa
Tale solennità è così importante da prevalere persino sulla domenica quando ricorre in tal giorno, come quest’anno.
Pietro e Paolo sono indicati come le “colonne” della Chiesa non tanto per i loro meriti personali, ma per ciò che il Signore ha fatto nella loro vita e attraverso di loro; per questo ci sono proposti come esempio da imitare.
Il Signore libera
La Prima e la Seconda Lettura ci presentano sia Pietro che Paolo prigionieri:
- il primo era stato gettato in carcere da Erode che aveva cominciato a perseguitare alcuni membri della Chiesa;
- Paolo era agli arresti domiciliari a Roma, in attesa di essere giudicato dall’Imperatore, a cui si era appellato.1
Tutti e due, anche se in maniera diversa, fanno esperienza dell’intervento liberatore di Dio: come preghiamo al Salmo Responsoriale, sperimentano che
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Una liberazione totale
È proprio un angelo a liberare Pietro, in modo miracoloso; in modo altrettanto soprannaturale saranno scarcerati più avanti anche Paolo e Sila, prigionieri a Filippi.2
Alla fine, però, come sappiamo, sia Pietro che Paolo saranno condannati a morte sotto Nerone.
Quindi, che fine ha fatto la promessa del Signore?
È chiaro che la liberazione di cui parla il salmista, è un’altra, definitiva; è quella di cui Paolo dice
Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno.
Un esempio per noi
Questa profonda coscienza di essere discepoli di un Dio che sa liberare, per davvero e per sempre, deve diventare anche la nostra: anche noi discepoli del Risorto abbiamo bisogno di questa consapevolezza, soprattutto nei momenti più difficili del nostro cammino di fede.
In tal senso, Pietro e Paolo (assieme agli altri apostoli) sono le “colonne” della Chiesa, perché esempio concreto di una fede incrollabile che poggia su un fondamento indistruttibile: la fedeltà di Dio.
Infatti, la “rocciosità” della fede di Pietro, su cui Gesù promette di edificare la Sua Chiesa, non viene né da carne né da sangue, ma poggia su quella pietra angolare che è Cristo stesso.3
Allo stesso modo, anche Paolo si presenta sempre come
apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre (cfr Gal 1,1).
Gemelli diversi
In un unico giorno la Chiesa fa memoria di due uomini singolari, molto diversi tra loro, capaci di arrivare fino allo scontro aperto,4 ma anche all’ammirazione più sincera l’uno per l’altro.5
Nella diversità della loro esperienza e della loro missione, però, hanno in comune la fiducia riposta definitivamente in Cristo dopo una vita di errori, peccati e sbandamenti.
Entrambi gli apostoli, quello dei giudei e quello dei pagani, sono potuti diventare appassionati testimoni del Vangelo solo dopo aver sperimentato la liberazione dalle loro miserie:
- Pietro ha dovuto accettare il perdono del suo rinnegamento e rinnovare la sua professione di fede e di amore in Cristo per ricevere l’incarico di pascere le Sue pecore;6
- Paolo ha dovuto capire che perseguitare ferocemente la Chiesa a difesa della Legge era inutile, ha sperimentato la misericordia di Dio,7 ed è diventato il testimone più grande della giustificazione attraverso la fede in Cristo.8
Questo itinerario di purificazione è una memoria e un esempio indispensabile per tutta la Chiesa: solo il mistero della nostra debolezza raggiunta dalla liberazione ad opera dell’Amore di Dio in Cristo Gesù può portarci a crescere nella fede e nell’amore.
- Cfr At 25,10-12; At 28,16. ⤴
- Cfr At 16,22-40. ⤴
- Cfr At 4,8.11; Ef 2,20; 1Pt 2,4s. ⤴
- Cfr Gal 2,11-21. ⤴
- Cfr 2Pt 3,15s. ⤴
- Cfr Gv 21,15-19. ⤴
- Cfr 1Tm 1,12-16. ⤴
- Cfr At 22,3-21; Gal 1,13-17; Rm 3,20-26. ⤴