Combattere unanimi. Sant’Alessandro martire
Omelia per lunedì 26 agosto 2024
Le pagine bibliche scelte per la solennità di sant’Alessandro ci ricordano che la battaglia della fede è spirituale, e la si deve combattere uniti.
Letture: 1Mac 2, 49-52.57-64; Sal 125 (126); Fil 1,27-30; Gv 15,9-16
Le Letture proprie della solennità di sant’Alessandro martire, Patrono della città e della Diocesi di Bergamo, hanno due temi guida: la battaglia e l’unità.
Essi trovano una sintesi nell’invito dell’apostolo Paolo ai Filippesi che ascoltiamo nella Seconda Lettura:
combattete unanimi per la fede del Vangelo, senza lasciarvi intimidire in nulla dagli avversari.
Sono senz’altro temi che “calzano a pennello” per la figura del nostro Patrono che, da soldato della legione tebea, scelse di combattere solo per Cristo e per il Vangelo.
Combattere per la fede
La Prima Lettura, tratta da Primo Libro dei Maccabei, narra il momento drammatico della morte di Mattatia e il suo testamento-incoraggiamento ai figli.
Quella che Mattatia aveva cominciato a combattere era una “guerra santa”, per riottenere la libertà religiosa del popolo giudaico (impedita da Antioco Epìfane e gli altri re seleucidi), una guerra violenta, fatta di armi e battaglie sanguinose.
È significativo notare, però, come l’esortazione di Mattatia ai figli non sia di ordine strategico-militare, ma spirituale: li invita a mostrare zelo per la legge e dare la vita per l’alleanza dei padri, richiamando alla memoria le battaglie nella fede dei Patriarchi, da Abramo in poi.
Dello stesso tenore è l’invito di san Paolo nella Seconda Lettura (che ho citato all’inizio), lui che paragonerà l’intera sua vita a una battaglia:
Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede (cfr 2Tm 4,6-8).
Battaglie e armi spirituali
In un altro passo delle sue lettere, l’apostolo aveva usato la bellissima metafora dell’armatura per descrivere tutte le virtù spirituali che devono accompagnare il cristiano nel combattimento della fede,1 chiarendo che
La nostra battaglia non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze… contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti (cfr Ef 6,12).
La fede è – sì – un combattimento, e la battaglia ingaggiata contro il Male è serrata e senza quartiere, ma non dimentichiamoci mai che è una battaglia spirituale, e non violenta:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe» (Mt 10,16).
Quante volte, invece, si incontrano “cristiani” che combattano vere e proprie guerre, che hanno molto di violento e poco di santo…
Combattere uniti
Il secondo tema è l’unità, la concordia: «combattete unanimi per la fede del Vangelo», raccomanda l’apostolo.
Quando si tratta di lottare per il Vangelo non si va alla battaglia come “cani sciolti”, come “lupi solitari”, perché – se è vero che l’unione fa la forza, anche nelle vicende umane – lo è ancora di più in tema di fede.
Anzi: proprio il fatto di andare disuniti, ognuno per conto suo, è l’assicurazione e la certezza di perdere, perché si testimonia l’esatto contrario di quello che Cristo ci ha insegnato, ovvero di rimanere uniti, a Lui e tra di noi:
«Rimanete nel mio amore… Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi».
«dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20).
«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35).
Ci chiediamo perché la Chiesa sembra perdere tutte le battaglie… guardiamoci allo specchio e attorno: dove sono finite l’unità e la concordia dell’essere un cuore solo e un’anima sola?2
Ci aiuti il nostro Patrono a recuperare questo spirito di unità, al Signore e tra di noi, per combattere la buona battaglia della fede!
- Cfr Ef 6,10.13-17. ↩︎
- Cfr At 4,32. ↩︎