Come Elia, alla presenza del Signore
Omelia per lunedì 10 giugno 2024
Se la Chiesa vuole essere profetica come Elia, deve essere libera da tutti, e poter dire «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto».
Letture: 1Re 17,1-6; Sal 120 (121); Mt 5,1-12
I testi della Prima Lettura proposti dal Lezionario, da oggi fino alla fine di giugno, sono tratti dai due Libri dei Re.
Oggi iniziamo a leggere alcune pagine del “Ciclo di Elia”, ovvero, le vicende di una delle figure più importanti dell’Antico Testamento e della tradizione ebraica.1
Storia antica, ma mica tanto
I Libri dei Re sono una meditazione di fede sulla storia, letta come storia della salvezza.
Israele precipita in rovina perché i re che si succedono alla sua guida distolgono il popolo da Dio e il popolo è infedele all’alleanza, perciò Jaweh lascia libero il corso alla logica e alla politica umana.
Questa storia mostra in tutta chiarezza che il peccato è un male sociale che dilaga e opprime, e che gli uomini non possono liberarsene da soli, anzi: vi si incatenano sempre più.
Se ci guardiamo attorno, credo che potremmo davvero parlare di corsi e ricorsi storici, perché l’uomo non impara mai dai suoi errori… Un esempio su tutti? Sentire gente che sostiene e osanna il riarmo degli Stati Europei e continua a fomentare paure, sospetti reciproci e invita a prepararsi alla guerra!
Chi fa questi discorsi e ha una certa età ha la memoria corta, è insensibile e in mala fede; chi li fa da giovane è perché non ha mai aperto un libro di storia.
Elia, ovvero «Il Signore è il mio Dio»
L’azione profetica di Elia è una violenta denuncia della politica scellerata e sempre più sistematica dei re per sviare il popolo da Dio.
Per Acab Dio non esiste; allora Elia, il cui nome è un proclama («il Signore è il mio Dio»), gli fa sperimentare le conseguenze dell’ateismo: il silenzio e l’assenza di Dio!
Nel brano che ascoltiamo oggi, infatti, il Profeta parla e minaccia, e poi si ritira.
Elia confida in Dio e Dio lo assiste (facendogli portare pane e carne mattino e sera dai corvi e facendo scorrere l’acqua nel torrente Cherìt), mentre sul regno piomba la siccità, come conseguenza dell’insediamento del culto idolatrico di Baal (cfr 1Re 16,30-33).
Una Chiesa profetica
Anche oggi, in un mondo incredulo, ateo e indifferente, i cristiani devono essere testimoni profetici di Dio, con la loro stessa vita prima ancora che con la parola, sostentati da quel pane che è la Parola di Dio e da quella carne che è l’umanità di Cristo, presente nei Sacramenti e nella vita dei Suoi fratelli più piccoli.
Come ho detto più volte, però, per essere profetica, la Chiesa deve anzitutto sgravarsi da tutti i compromessi e gli interessi (a livello economico e di prestigio) che la fanno intrallazzare col potere politico, altrimenti non sarà mai libera di gridare, come Elia:
«Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto».
Infatti, non si può «stare alla presenza del Signore» quando le mani sono nascoste dietro la schiena e grondano sangue.
- Le storie di Elia costituivano un documento a sé, che – con tutta probabilità – conteneva anche fatti riguardanti la vita precedente del profeta, ma l’autore-redattore del Primo Libro dei Re decide di utilizzare solo i fatti che coincidono col racconto delle dinastie che sta portando avanti. ↩︎