Continuare a crescere. 11ª Domenica del Tempo Ordinario (B)
Omelia per domenica 16 giugno 2024
La cosa importante è continuare a crescere, senza continuare a fare la conta dei risultati, perché il tempo della mietitura lo conosce il Signore.
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Letture: Ez 17,22-24; Sal 91 (92); 2Cor 5,6-10; Mc 4,26-34
La parabola del seme che cresce da solo è davvero bella: mi dà pace ogni volta che la ascolto, perché la voce stessa del Signore scende nel mio cuore a dirmi di stare tranquillo, di non preoccuparmi, che tutto sta andando per il meglio.
Tranquillo mica tanto
E ne ho davvero bisogno, perché – pur avendo messo sull’immaginetta dell’ordinazione sacerdotale il versetto del Salmo che dice «Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre»1 – in questi 26 anni di ministero devo ammettere di aver perso spesso la serenità.
Perché?
Per il mio carattere puntiglioso, pignolo e impaziente, per la mia poca fiducia nel Signore, per il mio credere di dover fare tutto io, per il fatto di vivere immerso nella società del «tutto e subito», dell’«io guardo il risultato», come dice la pubblicità.
Si tratta del Regno di Dio
Chi più, chi meno, tutti ci affanniamo a progettare, misurare, verificare i risultati di ogni cosa, come fanno i bravi manager aziendali, dimenticando che la nostra vita non è una fabbrica o una società per azioni, e che noi non ne siamo gli amministratori delegati.
Chi guida la storia è Dio, e il Suo disegno non è produrre e consumare di continuo, come facciamo noi, ma aiutarci a crescere di giorno in giorno, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo (cfr Ef 4,13).
Si tratta del Regno di Dio, che è già presente2 e sta crescendo inesorabilmente; solo che noi vogliamo vederlo subito realizzato, come i discepoli che – il giorno dell’Ascensione – domandavano a Gesù:
«Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?» (cfr At 1,6-8)
E anche a noi Gesù risponde che non spetta a noi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere.
Solo Lui sa quando il frutto è maturo ed è ora di mandare la falce, perché è arrivata la mietitura.
Il “tempo di mezzo”
Noi siamo nel “tempo di mezzo”, del crescere in modo continuo e a volte impercettibile.
La nostra vita (biologica, ma anche spirituale) è del tutto simile alla vicenda del seme, che germoglia e cresce… prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga.
In natura niente è fatto e finito, nulla è perfetto in sé, ma tutto è in continua evoluzione, e tutto ha comunque sempre un senso, perché inserito un progetto ben più grande.
Nulla è fatto solo per essere consumato, ma tutto nasce, cresce e infine muore per dare nuova vita.
Il chicco pieno nella spiga di cui parla la parabola è sia un frutto da mangiare per sostenere la vita degli uomini, sia un nuovo seme da gettare sul terreno, perché – di nuovo – muoia, germogli e cresca fino al tempo di una nuova mietitura.
Ogni vita è bella e utile in ogni momento del suo crescere: un campo di steli verdissimi è stupendo, e non è certo inutile per il fatto che ancora non è diventato un campo di grano maturo!
Un albero da frutto è utile anche quando non è il momento del raccolto, anche solo perché gli uccelli del cielo possano fare il nido alla sua ombra, come dice la seconda parabola, ma anche il testo di Ezechiele della prima lettura.
A letto tranquillo
Tempo fa andavo a letto tutte le sere con l’ansia per quello che non ero riuscito a fare in giornata e per il pensiero di quello che avrei dovuto fare il mattino successivo…
Meditando questa parabola ho trovato pace e quiete, e – come il salmista – dico
In pace mi corico e subito mi addormento,
perché tu solo, Signore, fiducioso mi fai riposare (cfr Sal 4,9).
Vado a dormire quieto e sereno, ringraziando il Signore di quello che sono riuscito ad essere più che per quello che sono riuscito a fare: non mi dispero più per l’assenza di frutti visibili e quantificabili (quelli li coglierà il Signore, quando riterrà che sarà il momento), ma mi consolo di continuare a crescere nella vita di Dio.
Mi dà pace l’aver anche solo offerto i miei rami come riparo ai fratelli in cerca di ristoro, le mie foglie per produrre aria buona e fresca da respirare.
L’importante è crescere
Ho capito che la cosa davvero importante è continuare a crescere, senza continuare a fare la conta dei risultati, perché il tempo della mietitura lo conosce il Signore.
E per continuare a crescere è importante avere le radici (i piedi) ben piantate per terra; è importante rimanere innestati nella vite che è Cristo, perché solo Lui è fonte di vita , altrimenti – invece di crescere – secchiamo e non serviamo più a nulla (cfr Gv 15,1-6).