Da principio. 27ª Domenica del Tempo Ordinario (B)

Da principio della Creazione, Dio li fece maschio e femmina
Omelia per domenica 6 ottobre 2024

Un amore, una relazione non può durare né risollevarsi se non ritornando al principio del suo essere: l’Amore di Dio, che ci ha fatti per Sé.

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Letture: Gen 2,18-24; Sal 127 (128); Eb 2,9-11; Mc 10,2-16

Quasi sempre, nelle domeniche e nelle feste, la Prima Lettura prepara il tema di riflessione del vangelo: oggi l’ultimo versetto del brano di Genesi che ci è proposto è addirittura citato da Gesù, che – per continuare la Sua catechesi – risale al principio della Creazione.

Si torna al principio

Per istruire prima i farisei e poi i Suoi discepoli, da saggio rabbino, Gesù attinge al libro della Genesi, unendo un versetto del primo capitolo1 a uno del secondo.

A differenza dei farisei, che avevano citato la legislazione redatta da Mosè nel Deuteronomio,2 Gesù ritorna al sogno stupendo di Dio prima di fare il cielo e la terra; il testo dice, letteralmente

«da principio3 della creazione (Dio) li fece maschio e femmina».

L’unica legge

Anche qui, come avviene nelle grandi antitesi contenute nel Discorso della Montagna del vangelo di Matteo,4 Gesù contrappone le leggi umane a quelle divine.

Da una parte l’unica legge che regge l’universo: quella dell’Amore; dall’altra le piccole “regolette” umane, fatte per cercare di “limitare i danni” causati dalla sclerosi del cuore umano:

«Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma».

Le leggi non servono

Le leggi non risolvono i problemi: se ne fa un gran parlare anche ultimamente, riguardo al continuo emanare norme e decreti da parte del Governo (o inasprire le pene dei vari reati già esistenti).

Non è vietando o punendo che si insegnano il rispetto, i valori, il bene, ma educando il cuore ad essere sempre più grande e generoso.

L’errore di chiudere la Bibbia

Quante volte la Chiesa ha fatto questo errore, cercando di insegnare ad amare Dio e il prossimo con la paura e le minacce, dipingendo il Signore come uno “spione”, un “controllore”, un “castigamatti” pronto a farti pagare ogni minima trasgressione…

L’ha fatto chiudendo ermeticamente la Scrittura, non solo ai fedeli, ma anche a se stessa, perché è impossibile parlare di Dio in quei termini se non dimenticando che Dio è amore.5

Dio è Amore

Che Dio è Amore, però, lo si capisce fin dal principio: non c’è bisogno che arrivi l’apostolo Giovanni a scriverlo nella sua Prima Lettera.

Lo si capisce quando si legge che Dio creò l’universo intero solamente perché aveva già in mente di mettervi come abitante, signore e padrone l’uomo, la più stupenda di tutte le creature, fatta a Sua immagine e somiglianza!6

Il matrimonio secondo Dio

Lo si capisce ancor di più quando l’autore della Genesi “approfondisce” il racconto, spiegando che Dio – per portare a compimento la più bella delle Sue creature – plasmò l’uomo non come un essere solo, autosufficiente, ma come profondo bisogno di relazione, che si risolve solo quando conosce l’altro come la sua metà mancante, di cui non può fare a meno.7

Molti matrimoni oggi falliscono ancor prima di iniziare proprio perché non riconoscono questo principio, che è fondamentale per ogni relazione: nessuno può bastare a se stesso, nessuno può vivere nella solitudine.

Due fragilità unite

Ma nemmeno lo stare assieme a qualcuno è sufficiente: non si sta con una persona per “riempire un vuoto”, ma per scoprire che, quando due esseri si uniscono in una carne sola, pur riconoscendosi complementari, non si completano mai del tutto.

La carne, nel linguaggio biblico, rappresenta la fragilità umana, la sua inevitabile mortalità; ma quando due esseri, pur fragili, si riconoscono dono di Dio l’uno per l’altro e si accolgono nel segno di un desiderio di relazione ancora più grande, allora possono superare ogni difficoltà, perfino la morte!

Un mistero grande

Questo bisogno primordiale di relazione che non è mai sazio, questo desiderio scolpito nel cuore, segna una nostalgia primordiale, rimanda a una mancanza che è il desiderio stesso di Dio: l’unico capace di colmare questa solitudine.

Ecco perché l’apostolo Paolo, commentando lo stesso versetto di Genesi, dirà:

Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! (cfr Ef 5,25-33)

Ritornare alla fonte

Ogni matrimonio, ogni relazione umana di affetto o amicizia va in crisi quando dimentica da dove viene, quando si guarda solo a se stessi e non ci si ricorda che è Dio, fin da principio, ad aver messo nel nostro cuore questo “vuoto”:

«non sei più quello di una volta, non sento più gli stessi sentimenti…»

Questi modi di ragionare sono miopi, perché non sanno guardare a più di un palmo dal proprio naso.

Non si può ricostruire una relazione se non ripartendo da principio, dall’origine, dalla fonte dell’Amore: Dio!

Vale per i matrimoni, vale per le amicizie, per le vocazioni sacerdotali e religiose, per il senso stesso della vita: veniamo da Dio e a Lui ritorniamo; siamo in pellegrinaggio per ritrovare, tutti insieme, il principio della nostra storia.

  1. Cfr Gen 1,27. ↩︎
  2. Cfr Dt 24,1. ↩︎
  3. Il termine greco (qui tradotto con «dall’inizio») è arché – “principio”, lo stesso di Gen 1,1. ↩︎
  4. Cfr Mt 5,17-48. ↩︎
  5. Cfr 1Gv 4,8.16. ↩︎
  6. Cfr Gen 1,26, ma anche il Salmo 8. ↩︎
  7. Le nostre traduzioni della Bibbia parlano sempre della costola che viene tolta, ma – in realtà – l’immagine è quella di Dio che divide l’uomo a metà. Come già traduceva il grande rabbino medievale Rashi di Troyes, Dio divide l’umano come se fosse due stipiti di una porta: due montanti che creano un’apertura e che danno la giusta distanza fra uomo e donna. Due montanti capaci di sostenere una trave orizzontale che li unisca. ↩︎