Dio è Colui che risponde
Omelia per mercoledì 12 giugno 2024
Solo Dio può rispondere alle grandi domande di senso della nostra vita. Smettiamola di cercare risposte da cose o idoli che non ci possono salvare!
Letture: 1Re 18,20-39; Sal 15 (16); Mt 5,17-19
La scena del sacrificio sul monte Carmelo (che ci è proposta dal Lezionario come Prima Lettura) è famosissima: uno dei grandi momenti dell’azione del profeta Elia, che – anche per questo episodio – viene associato al fuoco.
È una pagina che definirei tragicomica.
Tragedia e commedia
È tragica perché – oltre a terminare col massacro dei falsi profeti1 – rappresenta un momento fondamentale e cruciale di discernimento; Elia mette il re e il popolo di fronte al dovere di scegliere tra politeismo idolatra (il culto di Baal) e monoteismo (l’alleanza con Jaweh):
«Fino a quando salterete da una parte all’altra? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!»
Gli Israeliti non sono solo indecisi, ipocriti, opportunisti (saltare da una parte e dall’altra è il modo per indicare chi danza sia per gli idoli che per Jaweh, a secondo del bisogno), ma anche ostinati:
Il popolo non gli rispose nulla.
È anche una pagina comica nel momento in cui Elia si prende gioco dei profeti di Baal e del loro dio farlocco:
Elìa cominciò a beffarsi di loro dicendo: «Gridate a gran voce, perché è un dio! È occupato, è in affari o è in viaggio; forse dorme, ma si sveglierà».2
Il frangente, però, tanto è comico quanto provoca un sorriso amaro, perché denuncia la stupidità delle nostre idolatrie moderne e del nostro atteggiamento, che è opportunista quanto quello degli Israeliti.
Il dio che risponderà è Dio
Il criterio che Elia propone per stabilire chi è il vero Dio tra Jaweh e Baal è molto semplice, ma essenziale:
«Invocherete il nome del vostro dio e io invocherò il nome del Signore. Il dio che risponderà col fuoco è Dio!»
Finalmente la gente si degna di reagire, e accetta con favore:
Tutto il popolo rispose: «La proposta è buona!».
Elia è consapevole dei suoi mezzi (ovvero: i poteri che Dio gli ha dato), ma qui, più che invocare un miracolo, mette in campo un’idea e un’immagine chiara e ben precisa di Dio: il Signore non è un’entità magica, misteriosa, astratta, ma personale, che ascolta e risponde.
Dio è una Persona, è relazione, è uno con cui poter dialogare: è il Dio di Abramo, di Isacco e d’Israele, il Dio che parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico (cfr Es 33,11).
Infatti, per invocare il fuoco, Elia non dice «Signore, fai il miracolo», ma:
«Rispondimi, Signore, rispondimi!»
Ma noi cerchiamo i miracoli
Il popolo, invece, è proprio in cerca di un miracolo prodigioso: solo per quel motivo prima accetta la proposta di Elia, e alla fine si prostra con la faccia a terra.
Siamo così anche noi: decidiamo di credere in Dio solo se ci “risponde” quello che vogliamo noi: sostanzialmente, se ci concede tutti i miracoli che Gli chiediamo.
Mi viene la stessa tristezza di Gesù, quando diceva ai Suoi contemporanei:
«Se non vedete segni e prodigi, voi non credete» (Gv 4,48).
Dio risponde sempre
È un fatto che nei nostri moderni idoli (smartphone, intelligenze artificiali varie, etc.) non troviamo alcuna risposta alle grandi domande esistenziali dell’uomo,3 eppure l’umanità sembra ostinarsi a cercare proprio lì il senso dell’esistenza.
Noi credenti, invece, vogliamo dire a tutti che l’Unico che può rispondere a queste domande è Dio, che ci si è fatto incontro nell’umanità di Gesù Cristo.
Dio non sempre ci risponde quello che vogliamo sentirci dire, ma sempre ci ascolta, sempre ci prende sul serio, e sempre ci risponde: a volte con un “no”, a volte col silenzio, ma sempre per il nostro bene (è il tema che mediteremo venerdì, ascoltando l’esperienza di Elia sul monte Oreb).
Termino rivolgendo a me e a voi l’esortazione del profeta:
«Se il Signore è Dio, seguitelo!»
- Cfr 1Re 18,40: il Lezionario ci “risparmia” questo epilogo. ↩︎
- Tornano alla mente le parole dei Salmi: «I loro idoli sono argento e oro, / opera delle mani dell’uomo. / Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono…» (cfr Sal 115,4-7 e Sal 135,15-17). ↩︎
- «di fronte all’evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi capitali: cos’è l’uomo? Qual è il significato del dolore, del male, della morte, che malgrado ogni progresso continuano a sussistere?» (Cfr Concilio Vaticano II, Gaudium et spes 10). ↩︎