Gioia, ira, sospetto, paura, affetto…

Gioia, ira, paura, sospetto, affetto

Quando siamo accecati dall’ira, non riusciamo ad essere obiettivi. La Bibbia è una scuola, che ci insegna a discernere anche i nostri sentimenti più profondi.

Omelia per giovedì 18 gennaio 2024

Letture: 1Sam 18,6-9; 19,1-7; Sal 55 (56); Mc 3,7-12

La prima lettura, continuando a farci ascoltare il Primo Libro di Samuele con un bel po’ di “taglia e cuci”, ci descrive un turbinìo di sentimenti contrastanti.

Sentimenti contrastanti

Anzitutto ci presenta la gioia traboccante delle donne di Israele, che escono cantando e danzando incontro al re dopo la sconfitta di Golia.

Tutta questa esuberanza muove Saul al sospetto, perché le parole delle donne gli sembrano un affronto e un’ingiustizia, così si riempie d’ira e invidia verso Davide (al punto di volerlo uccidere).

Poi, per contrasto, il brano ci presenta i sentimenti del figlio Gionata, legato da affetto profondo nei confronti di Davide, tanto da portarlo a intercedere per la sua vita.

La Bibbia è una scuola

La Scrittura, narrandoci di vicende umane, è ricca di queste descrizioni interiori; esse sono molto utili anche a noi, per rileggervi le nostre faccende quotidiane.

In tal senso, la Parola di Dio non è solo la narrazione di fatti storici o la lettura di fede di vicende del passato; essa è una scuola di vita.

La Sacra Scrittura ci descrive tutte le sfumature dei molteplici sentimenti umani (che conosciamo abbastanza bene), ma soprattutto ci insegna lo sguardo di Dio sull’uomo e sulla sua storia: uno sguardo carico di sincero affetto e misericordia, nonostante le miserie e le piccolezze che caratterizzano l’umanità.

Lo sguardo di Dio

Basti pensare al racconto di Caino e Abele: non è solo il prototipo dell’atavica invidia che sorge tra fratelli al punto di portare l’uno a sopraffare l’altro, ma è testimonianza dell’inesauribile Amore di Dio che non si fa scoraggiare dalla cattiveria umana e vince il male dell’uomo con la Sua infinita misericordia.

Come dopo il peccato originale il Signore si era preoccupato di coprire la nudità dei nostri progenitori facendo dei vestiti per loro,1 così, dopo il primo orribile fratricidio della storia, si preoccupa di imporre un segno di avvertimento e protezione su Caino,2 perché nessuno lo uccida a sua volta.

L’ira non ci accechi

Come dicevo, la Bibbia non è solo descrizione dei sentimenti e comportamenti umani, ma anche una scuola che ci aiuta a saperli discernere, interpretare e governare.

Ad esempio, l’inizio della pagina di oggi, ci suggerisce che l’ira e il sospetto di Saul nascono da un fraintendimento e un’illusione: le donne, infatti, erano uscite «a cantare e a danzare incontro al re Saul», non a Davide, e le parole del loro canto erano solo una rima, non un confronto impietoso.

Infatti, l’autore annota:

Saul ne fu molto irritato e gli parvero cattive quelle parole.

È una chiara dimostrazione del fatto che – quando ci lasciamo prendere dalle sensazioni epidermiche, soprattutto perché accecati dall’ira – non siamo in grado di essere obiettivi.

Solo l’Amore ci salva

Solo chi è mosso da vero affetto e amore, come Gionata, riesce a vedere il bene ovunque, e cerca di portarlo anche nel cuore di chi è adirato:

Giònata parlò dunque a Saul, suo padre, in favore di Davide e gli disse: «…Davide non ha peccato contro di te, anzi ha fatto cose belle per te. Egli ha esposto la vita, quando abbatté il Filisteo… Hai visto e hai gioito. Dunque, perché pecchi contro un innocente, uccidendo Davide senza motivo?»

Così fa Dio in noi attraverso il Suo Spirito di Amore, che cerca di soffiare non sul fuoco della nostra ira, ma su quello della riconoscenza verso i nostri fratelli.

Così dobbiamo fare noi: dopo aver riletto le nostre emozioni e reazioni alla luce della Parola di Dio, siamo chiamati a discernere i nostri sentimenti per farci muovere solo da quelli che vengono da Dio.

  1. Cfr Gen 3,21. ↩︎
  2. Cfr Gen 4,15. ↩︎