Godi della vita, finché sei giovane
Omelia per sabato 28 settembre 2024
Se il tempo è disposto da Dio secondo il Suo sapiente disegno, non lo si può sprecare inutilmente: viviamolo con gioia, finché possiamo, fin da giovani.
Letture: Qo 11,9-12,8; Sal 89 (90); Lc 9,43-45
Il terzo e ultimo brano di Qoèlet che il Lezionario ci fa ascoltare è praticamente la conclusione del libro, e tira le fila su tutti i ragionamenti fatti nei capitoli precedenti, di cui abbiamo avuto un assaggio ieri e l’altro ieri.
Tirando le conclusioni…
Osservando ogni cosa con sapienza, Qoèlet ha capito che è vanità cercare il senso della propria vita nelle cose prese in se stesse e che il tempo è sprecato se non si vive ogni cosa nel suo momento, secondo il disegno di Dio.
A partire da queste considerazioni, in quest’ultima pagina, il sapiente autore di questo scritto consiglia di godere della vita finché si è in tempo.
Un tempo per gioire
Dicevamo ieri che il binomio godere/comprendere è la “combinazione” essenziale per vivere la vita non “alla giornata”, ma in modo sapiente, nel timore di Dio…
Ebbene: se è così, è la giovinezza l’età privilegiata per attuare questo atteggiamento, perché la vecchiaia, con l’indebolimento del corpo e l’affievolimento dei sensi, porterà con sé il disgusto di ogni cosa, l’incapacità di assaporare la vita in pienezza, come dono di Dio.
Goditela, finché dura
Ancora una volta, dobbiamo chiarire che l’invito di Qoèlet non è quello di abbandonarsi a un atteggiamento superficiale e godereccio, come quello propinato in tutti i tempi dall’edonismo, governato dal motto «goditela, finché dura!»
Non è un’edizione ante litteram della Canzona di Bacco, l’ode carnascialesca di Lorenzo de’ Medici, che ripeterà ossessivamente
Chi vuole esser lieto, sia,
di doman non c’è certezza.
Godere del bene e del bello in modo “sano” è la via per riconoscervi in filigrana l’origine, l’autore, ovvero: Dio.
È per questo che l’invito a godere finché dura la giovinezza, assecondando i desideri del cuore, è accompagnato dal monito che viviamo sotto gli occhi vigili e amorevoli del Padre:
Segui pure le vie del tuo cuore
e i desideri dei tuoi occhi.Sappi però che su tutto questo
Dio ti convocherà in giudizio.
Il cammino di fede dei giovani
In tal senso, l’aspetto del cammino di fede in età giovanile è importante: non si può pensare di vivere come se Dio non ci fosse finché si è giovani e spensierati, e poi – secondo l’adagio popolare – «quando il mondo non mi vuol più, mi rivolgo al buon Gesù»!
La fede va coltivata da subito, fin da giovani, perché altrimenti, in età avanzata la vita perderà ancora più senso:
Ricòrdati del tuo creatore
nei giorni della tua giovinezza,
prima che vengano i giorni tristi
e giungano gli anni di cui dovrai dire:
«Non ci provo alcun gusto».
Bando alla malinconia
L’ultima sottolineatura che faccio, proprio per la mia grande devozione a san Filippo Neri, riguarda il versetto
Caccia la malinconia dal tuo cuore,
allontana dal tuo corpo il dolore.
Anche il mio caro santo – come ho già ricordato altrove – ripeteva ai suoi giovani dell’Oratorio:
«Scrupoli e malinconia, fuori da casa mia!»
Quanti dei nostri giovani si rifugiano in una tristezza immotivata, “auto-prodotta”, cercata come una sorta di mood per isolarsi dal mondo! Quanti si procurano dolore e sofferenza fisica per reagire alla noia e al non senso! E sono solo alcuni dei tanti malanni mentali e affettivi della nostra gioventù.
Dobbiamo aiutarli a fuggire tutte queste cose, educandoli a fare buon uso del proprio tempo, dei talenti e delle occasioni che il Signore gli ha donato, finché ne hanno l’occasione, senza sprecarli.