I debiti allungano la vita

I debiti allungano la vita

Gli unici debiti che “allungano la vita” (ovvero: che portano alla vita eterna) sono quelli d’Amore, che ci fanno capire che non abbiamo mai amato abbastanza.

Omelia per mercoledì 8 novembre 2023

Letture: Rm 13,8-10; Sal 111 (112); Lc 14,25-33

Dicono che i debiti allungano la vita1, ma a nessuno piace averne. Non piaceva nemmeno all’apostolo Paolo, ma nel piccolo brano che ascoltiamo oggi come prima lettura, concede – anzi – raccomanda di averne uno:

non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole.

Dobbiamo fare debiti?

Cosa significa questa frase? Cerchiamo di capirci.

Ovviamente Paolo non sta raccomandando di “campare di rendita” e farsi solo amare dagli altri senza mai ricambiare: sarebbe assurdo!

C’è una parola che ci aiuta a capire cosa stia intendendo con questa raccomandazione: “vicendevole”.

Per descrivere questo amore vicendevole dobbiamo ritornare al brano ascoltato ieri:

amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda (Rm 12,10).

Questo tipo di atteggiamento è una sorta di “circolo virtuoso”, che crea ed estingue debiti a ripetizione, quasi in un moto perpetuo, perché, se c’è un debito che non può essere saldato una volta per sempre è proprio l’amore.

L’amore non si calcola

L’amore, infatti, non è qualcosa di calcolabile e contabilizzabile: non è come quando mi mancano 2 euro per saldare il conto dal salumiere, glieli riporto dopo mezz’ora e poi sono a posto.

L’Amore (quello vero) “supera” sempre, è sovrabbondante, come quello visibile nella moltiplicazione dei pani e dei pesci: avanzano dodici ceste dopo che tutti si sono riempiti a sazietà! (cfr Mt 14,13-21)

Quando devo ricambiare qualcuno per un atto d’amore ricevuto, non mi accontento di rifare esattamente lo stesso gesto ricevuto (stando attento a non sprecare): o lo “supero”, o non è Amore.

E dopo averlo “superato” mi sento comunque ancora “debitore” verso chi mi ha voluto bene, giacché capisco che – in fondo – non lo potrò mai ricambiare davvero, perché l’Amore non si può calcolare.

Ama e fa ciò che vuoi

È per questo che – avendo imparato la lezione del Maestro (cfr Mt 22,34-40) – anche san Paolo può dire:

chi ama l’altro ha adempiuto la Legge… pienezza della Legge infatti è la carità.

Ed è sempre per questo motivo che sant’Agostino coniò una delle sue frasi più celebri (e anche più fraintese e bistrattate):

Ama e fa ciò che vuoi.

(Agostino d’Ippona, Commento alla prima lettera di Giovanni VII, 7-8)

L’unica soluzione

Perciò, l’unica soluzione è quella che raccomanda Paolo: sentirsi sempre in debito e continuare a cercare di “sdebitarsi”, ri-amando a nostra volta.

Questa non è solo una soluzione per gestire i “debiti” d’Amore, ma anche per allungare veramente la vita.

Vi chiederete in che senso: certamente non in quello che ho spiegato all’inizio (con la citazione in nota), ma nel senso spirituale e credente.

Vivere in un continuo amore vicendevole (che gareggia nel cercare di saldare debiti insaldabili) non allunga la vita terrena, ma senz’altro la dirige verso a quella vera, quella eterna: più “lunga” di così!

Per non farci ridere dietro

È solo in questa prospettiva che riusciamo a capire il difficile brano di vangelo odierno (che non commento qui, avendolo già fatto più volte2): non si tratta di sedersi a fare i conti, come uno che deve costruire una torre, perché – come ho detto – l’Amore non fa calcoli.

Si tratta di capire se abbiamo voglia di amare, sempre, e sempre “di più”, altrimenti l’unico risultato sarà davvero farci deridere da tutti, come purtroppo avviene da parte di chi dice che «i cristiani sono peggio degli altri», perché in chiesa dicono una cosa e fuori ne fanno un’altra.

  1. Per il fatto che i tuoi creditori si augurano di tutto meno che tu muoia, altrimenti nessuno li rifonderà dei loro crediti nei tuoi confronti. ↩︎
  2. Trovate due commenti in fondo alla pagina di Lezionario della 23ª Domenica del Tempo Ordinario (C). ↩︎