Il ministero della riconciliazione

Omelia per sabato 14 giugno 2025
La riconciliazione avviene sia accogliendo il perdono di Dio, sia divenendone ministri, i sacerdoti nel Sacramento, tutti gli altri vivendo il perdono reciproco
Letture: 2Cor 5,14-21; Sal 102 (103); Mt 5,33-37
Otto versetti di una tale densità che meriterebbero un commento di almeno cento pagine: tale è il brano della Seconda Lettera ai Corinzi che ci regala oggi il Lezionario come Prima Lettura.
È un susseguirsi di affermazioni divenute quasi proverbiali, come quella di apertura che, in latino, suona così:
Caritas Christi urget nos.1
Tutto rinasce in Cristo
Questa pagina è come un canto di primavera, dove tutto è rinnovato:
se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Nella morte e risurrezione di Cristo tutto rinasce; ma anche quelli che non hanno ancora incontrato Cristo sono destinati a questo rinnovamento:
egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.2
La vita nuova di Cristo è una “linfa” che penetra tutti in modo misterioso.
Dalla Parola alla Liturgia
In questo brano Paolo concatena più temi, con una serie di affermazioni così cariche di significato teologico da essere entrate direttamente nella Liturgia (vedi nota 2).
A esempio, l’espressione Era Dio che riconciliava a sé il mondo in Cristo, è ripresa nella formula dell’assoluzione sacramentale:
Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del Suo Figlio…
Lasciatevi riconciliare con Dio
La riconciliazione è senz’altro il tema predominante di questi versetti (anche solo per il fatto che la parola, sotto forma di sostantivo o di verbo, ricorre ben cinque volte): centro di questo avvenimento è Cristo, sacrificio espiatorio dei peccati perché i credenti ottengano la salvezza, ma
tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.
L’opera di riconciliazione universale fra gli uomini, dunque, è tutta opera di Dio, realizzatasi attraverso la piena obbedienza del Figlio Suo: di essa i cristiani sono, in vario modo, chiamati ad essere ambasciatori, e ministri.
La supplica, che l’apostolo rivolge a tutti, che ci lasciamo riconciliare con Dio, è motivata dal fatto che Cristo ci ha amati al tal punto da immedesimarsi quasi coi peccati dell’umanità per distruggerli sulla croce e renderci “giusti” e salvatori degli altri.
Un ministero affidato a tutti
Lasciarsi riconciliare, perciò, avviene sia accogliendo il perdono di Dio, sia divenendone ministri, i sacerdoti in modo sacramentale, e tutti gli altri in modo comunque non meno efficace, vivendo il perdono reciproco, come chiediamo ogni giorno pregando il Padre nostro:
rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori.
- La traduzione più famigliare alle nostre orecchie è quella della versione CEI 1974: «l’amore del Cristo ci spinge». ⤴
- Questa affermazione è ripresa dalla Preghiera Eucaristica IV: «E perché non viviamo più per noi stessi, ma per lui che è morto e risorto per noi, ha mandato lo Spirito Santo…». ⤴