Il mio giudice è il Signore!

Il mio giudice è il Signore!
Omelia per venerdì 6 settembre 2024

L’unico giudice (nostro e dei nostri fratelli) è il Signore, perché solo Lui conosce e manifesta i pensieri e le intenzioni dei cuori.

Letture: 1Cor 4,1-5; Sal 36 (37); Lc 5,33-39

Il brano della Prima Lettera ai Corinzi che ascoltiamo oggi nella Prima Lettura è estremamente liberante, soprattutto per quelle persone che vivono in continua angustia per il pensiero del giudizio altrui.

Servi e amministratori

Continuando le raccomandazioni ascoltate ieri (che nessuno ponga il proprio vanto negli uomini, rivendicando una sorta di fregio nel dire «Io sono di Paolo, io di Apollo, io invece di Cefa…»), Paolo invita ancora una volta i Corinti a considerare lui e gli altri apostoli non come capi o “sapienti”, ma come semplici servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.

Conta solo la fedeltà a Dio

A questo punto, l’apostolo dichiara che l’unico criterio per giudicare lui, Apollo e qualsiasi altro missionario del Vangelo, è la fedeltà all’incarico e alla missione ricevuti direttamente da Dio:

ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.

E qui viene il bello, perché Paolo ci regala un criterio di discernimento interiore che dona una grande libertà:

A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso… Il mio giudice è il Signore!

Che m’importa del giudizio altrui?

Lo dico spesso alle persone che in confessione mi confidano la loro preoccupazione per il giudizio altrui:

«quello che gli altri pensano di te è un problema loro: tu preoccupati di essere giusto davanti a Dio!»

È Lui, e solo Lui, infatti, l’Unico che ci conosce nel profondo, che vede le nostre fatiche, i nostri sinceri sforzi di conversione, e sarà solo Lui che

metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori.

Liberi e liberanti

Se questo criterio vale per sentirsi liberi e sereni di fronte al giudizio degli altri, deve essere valido ancor più quando siamo noi a guardare gli altri, ricordandoci che l’unico giudice è il Signore:

Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà.

Quanti giudizi esprimiamo, invece, come se fossimo noi i detentori della verità e del senso della vita!

Quando ci viene da giudicare un fratello, ricordiamoci sempre del monito di Gesù:

«Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati» (Lc 6,37; cfr anche Gv 7,24).