Il primo dei peccatori ha ottenuto misericordia

Il primo dei peccatori sono io

Due #hashtag, due dei miei motti preferiti e Parole compagne di viaggio: «il primo dei peccatori sono io» e «mi è stata usata misericordia». Ve li condivido.

Omelia per sabato 16 settembre 2023

Letture: Tm 1,15-17; Sal 112 (113); Lc 6,43-49

Le poche parole che scrivo a margine del brano della prima lettura di oggi non sono una vera e propria omelia né un commento esegetico, ma una confidenza e una condivisione.

Una nuova lettera

Da ieri il Lezionario ha iniziato a farci leggere la Prima Lettera di san Paolo apostolo a Timoteo, ma il primo brano l’abbiamo saltato a piè pari perché ricorreva la memoria della Beata Vergine Maria Addolorata (che ha letture proprie).

Colgo quindi l’occasione qui per recuperarla e unirla al brano di quest’oggi, per confidarvi quali sono due delle frasi della Sacra Scrittura che mi accompagnano sempre e per consegnarle anche a voi, se vorrete farne tesoro come me e farvi accompagnare da esse nel vostro cammino di fede.

Prima puntata

Il brano di ieri era un collage dei primi due versetti della lettera e dei versetti 12-14 del primo capitolo:

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per comando di Dio nostro salvatore e di Cristo Gesù nostra speranza, a Timòteo, vero figlio mio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro.

Rendo grazie a colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia mettendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo per ignoranza, lontano dalla fede, e così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù (cfr 1Tim 1,1-2.12-14).

Il primo hashtag

Da quel brano ho estratto il primo hashtag, una “parola-chiave” che mi accompagna da tempo e che vi consegno, se la volete appuntare anche voi:

«mi è stata usata misericordia»

Qui, Paolo, facendo in poche parole il riassunto della sua vita precedente («ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento»), fissa come una gemma il motivo e l’origine di quello che è ora (ovvero, l’apostolo delle genti): la misericordia infinita di Dio, che ha sovrabbondato in lui.

Ripetiamocelo spesso: non saremmo niente di niente, se non fosse per la misericordia infinita di Dio.

Seconda puntata, secondo hashtag

Il brano di oggi contiene la seconda “parola-chiave” che mi accompagna sempre e che voglio condividere con voi:

Figlio mio, questa parola è degna di fede e di essere accolta da tutti: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io.

«Il primo dei peccatori sono io»: la consapevolezza di essere solo un povero peccatore (il peggiore di tutti), e che non c’era altro modo di uscire da questa miseria se non la salvezza operata da Cristo con la Sua morte in croce per i nostri peccati è la colonna portante della mia vita, e credo debba essere quella di ogni credente.

Solo la misericordia ci può salvare

L’ho scritto ampiamente nell’omelia per la 24ª Domenica del Tempo Ordinario che vivremo domani: finché non ci sentiremo eterni debitori insolventi (ma sempre condonati) di una somma impossibile da risarcire, non capiremo mai il senso della nostra vita, che è essenzialmente e totalmente grazia.

Dobbiamo smetterla di dire, come il primo servo della parabola, «Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa», perché diecimila talenti non si possono risarcire nemmeno in mille vite!

Dobbiamo smetterla di pensare di potercela cavare da soli, in qualche modo, di saper risolvere le cose a modo nostro.

Il nostro peccato – piccolo o grande che sia – è qualcosa di ben più pesante di diecimila talenti, e nessuno lo potrà sollevare se non l’immensa misericordia di Dio!

La più grande testimonianza

Per questo, anche nel brano odierno (come nel primo che avremmo dovuto ascoltare ieri), Paolo rende conto di questa consapevolezza:

Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Cristo Gesù ha voluto in me, per primo, dimostrare tutta quanta la sua magnanimità, e io fossi di esempio a quelli che avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.

Io credo che la testimonianza più grande che possiamo rendere a Dio e al vangelo di Cristo sia proprio dire, come e con l’apostolo:

«io non sono altro che un peccatore, il primo e il più grande di tutti i peccatori, ma Dio mi ha usato e mi userà sempre misericordia».