Intimi ma non abbastanza. Santi Filippo e Giacomo

Intimi ma non abbastanza

Noi cristiani siamo convinti di conoscere bene il Signore, di essergli intimi, ma non è così: non si finisce mai di penetrare nel mistero di Dio.

Omelia per venerdì 3 maggio 2024

Letture: 1Cor 15,1-8; Sal 18 (19); Gv 14,6-14

Gli apostoli Filippo e Giacomo sono festeggiati assieme perché, secondo la tradizione, le loro reliquie sono state poste sotto l’altare della basilica dei Dodici Apostoli a Roma il giorno della sua dedicazione.

Ma, forse, avevano anche altro in comune… pare una certa “intimità” col Signore.

Intimi, sì…

Di Giacomo (che l’evangelista Marco chiama «il minore»1 per distinguerlo dall’omonimo fratello di Giovanni) sappiamo poco dai vangeli,2 se non che era di Cana di Galilea e parente stretto di Gesù (cfr Gal 1,19).

Anche Filippo doveva avere una certa affabilità con Gesù: infatti, è proprio a lui che si rivolse il Signore prima di moltiplicare i pani (cfr Gv 6,5), ed è sempre a lui che si indirizzano i gentili che volevano parlare con Gesù (cfr Gv 12,20-21).

Insomma: uno per parentela, l’altro per affinità, sembrano tutti e due abbastanza intimi di Gesù, ma non a sufficienza.

…ma non abbastanza

Lo dico a ragion veduta, partendo dalla risposta di Gesù alla domanda di Filippo nel vangelo di oggi:

«Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?»

Anche noi “cristiani da sempre” siamo convinti di conoscere bene il Signore, di essergli intimi, ma non è così: non si finisce mai di penetrare nel mistero di Dio.

Mostrami il tuo volto

Che fare, allora?

Non possiamo fare altro che implorare Dio perché – nella Sua infinita bontà – ci si riveli e ci si faccia conoscere.

Perciò, non vergogniamoci di fare nostra la richiesta di Filippo, e non smettiamo mai di cercare e bramare l’incontro personale e intimo col Signore.

Facciamo nostre le parole di tanti oranti della Bibbia, che hanno fatto della domanda assillante «mostrami il tuo volto!» il cuore della loro preghiera.3

  1. Cfr Mc 15,40. ↩︎
  2. Riusciamo a ricostruire sue notizie attraverso gli Atti degli Apostoli: durante il “Concilio di Gerusalemme” invita a «non importunare» i convertiti dal paganesimo con l’imposizione di tante regole tradizionali. Dopo il martirio di Giacomo il Maggiore nell’anno 42 e la partenza di Pietro, diviene capo della comunità cristiana di Gerusalemme. Secondo la tradizione è l’autore della prima delle “Lettere cattoliche” del Nuovo Testamento. In essa, si rivolge «alle dodici tribù disperse nel mondo», ossia ai cristiani di origine ebraica viventi fuori della Palestina; è una sorta di primo esempio di Enciclica: sulla preghiera, sulla speranza, sulla carità e inoltre (con espressioni molto energiche) sul dovere della giustizia. ↩︎
  3. Cfr Sal 13,2; Sal 17,15; Sal 24,6; Sal 27,8-9; Sal 30,8; Sal 31,17; Sal 44,25; Sal 80,4.8.20; Sal 88,15; Sal 102,3; Sal 119,135; Sal 143,7; Is 64,6 Dn 3,41; Dn 9,17. ↩︎