Io non ti dimenticherò mai

La terribile sindrome del bambino dimenticato
Omelia per mercoledì 2 aprile 2025

Spesso anche noi, come gli esuli sfiduciati di Sion, diciamo «Il Signore mi ha dimenticato». Ma Dio non si dimenticherà mai di noi! Segniamocelo!

Letture: Is 49,8-15; Sal 144 (145); Gv 5,17-30

Il brano della Prima Lettura è costituito da alcuni versetti che seguono il secondo canto del Servo di Jahvè (che ascolteremo il Martedì Santo).

Ritorno glorioso

Il profeta Isaia fa una descrizione enfatica del ritorno in patria degli esiliati e della ricostruzione di Gerusalemme,1 che vedrà la sconfitta dei suoi oppressori.2

È in questo quadro generale che acquista particolare significato l’affermazione del versetto finale, che va considerata come una risposta appassionata agli esuli sfiduciati riguardo alla possibilità del ritorno.

Dio amante appassionato

Il profeta non ci presenta Jahvè come il creatore onnipotente, il sovrano assoluto del mondo che realizza la Sua volontà come se si trattasse di un fatto ineluttabile, ma come un innamorato che si è tatuato l’immagine della persona cara sulle mani, per averla sempre dinanzi:

sulle palme delle mie mani ti ho disegnato (cfr Is 49,16).

Un amore più che materno

L’amore di Dio è grande, come quello di una madre per il suo bambino,3 anzi, lo supera, perché – se mai sulla terra possano esistere delle madri così scriteriate da dimenticarsi dei loro figli4 – Dio non lo farà mai:

«Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?

Anche se costoro si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai».

Misericordia e consolazione

È questa la chiave di lettura per meditare tutti i versetti precedenti, perché solo un amore così “ultra-materno” può salvare, non con la forza della violenza, ma con quella dell’amore misericordioso:

«Al tempo della benevolenza ti ho risposto…

Giubilate, o cieli…

perché il Signore consola il suo popolo
e ha misericordia dei suoi poveri».

#appuntalaparola: Dio non ci dimentica

Quante volte, in confessione, mi sento dire con animo disperato la stessa affermazione del popolo degli esuli di Sion:

«Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato»

A quelle persone io rispondo citando proprio l’ultimo versetto del brano odierno di Isaia; perciò, invito tutti quanti ad appuntare e mandare a memoria nei nostri hashtag anche questa promessa:

Così dice il Signore: «Io non ti dimenticherò mai!»

  1. Cfr Is 49,14-23.
  2. Cfr Is 49,24-26.
  3. Cfr Ger 31,20; Os 11,1.3-4.
  4. Pensiamo alle terribili e – purtroppo – frequenti notizie di cronaca, riguardanti genitori che si dimenticano il figlio in auto mentre vanno al lavoro; per non parlare di quelle madri che si sbarazzano del frutto del loro grembo appena dopo il parto.