La carità non avrà mai fine
Omelia per mercoledì 18 settembre 2024
La carità cristiana non è un semplice dono tra i tanti, ma l’essenza stessa di Dio che si fa dono per trasformare in Sé i Suoi figli.
Letture: 1Cor 12,31-13,13; Sal 32 (33); Lc 7,31-35
Dopo giorni e giorni che la Prima Lettura ci fa ascoltare le raccomandazioni dell’apostolo Paolo alla comunità di Corinto, approdiamo finalmente alla pagina che è una pietra miliare del Nuovo Testamento: quella che conosciamo tutti come Inno alla carità.
Cos’è la carità?
Ma cos’è questa carità che Paolo definisce la via più sublime?
L’apostolo ha appena parlato dei carismi, e di come sia difficile vivere questi doni senza andare in conflitto l’uno contro l’altro (in una comunità già divisa e litigiosa di suo), perciò ora illustra il dono più grande di tutti, che non solo sorpassa in grandezza e importanza tutti gli altri doni spirituali, ma è principio conglobante di unità.
Amore che sgorga dalla Trinità
A differenza dell’amore passionale (in greco éros), la carità cristiana (indicata col termine greco agàpe) è un amore di dilezione, che vuole solamente il bene altrui; la sua sorgente è Dio stesso, che ha amato per primo1 e ha dato il Suo Figlio per riconciliare a Sé i peccatori2 e farne degli eletti3 e dei figli.4
Attribuito dapprima a Dio Padre,5 questo Amore, che è la natura stessa di Dio,6 si trova allo stesso titolo nel Figlio7 che ama il Padre come ne è amato.8
Come Lui, anche il Figlio ama gli uomini9 per i quali si è donato totalmente.10
È anche l’Amore dello Spirito Santo,11 che lo espande nel cuore dei cristiani,12 dando loro la capacità di compiere13 il precetto essenziale della Legge, cioè l’amore di Dio e del prossimo.14
E trasforma gli uomini
Difatti, l’amore dei fratelli e anche dei nemici15 è la conseguenza necessaria e la vera prova dell’amore di Dio;16 è il comandamento nuovo che ha dato Gesù17 e che i Suoi discepoli non cessano di inculcare.18
È così che Paolo ama i suoi19 e che ne è amato.20
Questa carità a base di sincerità e umiltà, di dimenticanza e dono di sé,21 di servizio22 e di mutuo sostegno,23 deve provarsi con atti24 e custodire i comandamenti del Signore,25 rendendo la fede efficace.26
Non è un concetto
Insomma, la carità non è un’idea astratta, ma si realizza nel concreto del quotidiano. Ecco perché Paolo fa un elenco di ben quindici caratteristiche che cercano di tratteggiare come questo amore – se ce ne lasciamo plasmare – ci rende simili a Colui da cui proviene: perfetti e misericordiosi come il Padre (cfr Mt 5,48 e Lc 6,36).
Perfetti e misericordiosi come il Padre
Le prime due indicano direttamente il modello dell’infinita misericordia divina:
La carità è magnanima, benevola è la carità.
Segue, poi, una serie di verbi che – per negazione – “sfrondano” l’idea distorta dell’amore umano per “liberarla” da ciò che ci allontana da Dio;
non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia…
Infine, chiude con altre sfumature che sono tipiche della misericordia divina:
si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
Se non avessi la carità
È più chiaro, allora, perché ogni azione umana, anche la più eroica (se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo), non sarebbero altro che “teatro”, tutt’al più filantropia.
Per questo, diceva Papa Francesco (con un’espressione che è diventata proverbiale):
La Chiesa, se non è animata dalla carità di Cristo, non è altro che una ONG pietosa.
Siamo ancora bambini
La finale di questa pagina sublime ci rammenta che il cammino è ancora lungo, che siamo ancora dei “poppanti” nel cammino di fede:
Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.
Perciò, se da una parte non dobbiamo scoraggiarci nel constatare che amiamo ancora in modo del tutto imperfetto, dall’altra diamoci da fare per lasciare da parte tutto ciò che non ha nulla a che fare con la carità, e camminare con fiducia verso quel Regno eterno dove rimarrà solo carità, l’Amore infinito di Dio.
- 1Gv 4,19. ↩︎
- Rm 5,8; Rm 8,32-39; 2Cor 5,18-21; Ef 2,4-7; cfr Gv 3,16s; 1Gv 4,9s). ↩︎
- Ef 1,4. ↩︎
- 1Gv 3,1. ↩︎
- Rm 5,5; Rm 8,39; 2Cor 13,11.13; Fil 2,1; 2Ts 2,16: cfr 1Gv 2,15. ↩︎
- 1Gv 4,7s.16. ↩︎
- Rm 8,35.37.39; 2Cor 5,14; Ef 3,19; 1Tm 1,14; 2Tm 1,13. ↩︎
- Ef 1,6; Col 1,13; cfr Gv 3,35; Gv 10,17; Gv 14,31. ↩︎
- Gv 13,1.34; Gv 14,21; Gv 15,9. ↩︎
- 2Cor 5,14s; Gal 2,20; Ef 5,2.25; 1Tm 1,14s; cfr Gv 15,13; 1Gv 3,16; Ap 1,5. ↩︎
- Rm 15,30; Col 1,8. ↩︎
- Rm 5,5; cfr Gal 5,22. ↩︎
- Cfr Rm 8,4. ↩︎
- Mt 22,37-40; Rm 13,8-10; Gal 5,14. ↩︎
- Mt 5,43-48. ↩︎
- 1Gv 3,17; 1Gv 4,20. ↩︎
- Gv 13,34s; Gv 15,12.17; 1Gv 3,23 ecc. ↩︎
- Rm 13,8; Gal 5,13s; Ef 1,15; Fil 2,2s; Col 1,4; 1Ts 3,12; 2Ts 1,3; Fm 1,5.7; cfr Gc 2,8; 1Pt 1,22; 1Pt 2,17; 1Pt 4,8; 1Gv 2,10; 1Gv 3,10s.14 ecc. ↩︎
- 2Cor 2,4; 2Cor 12,15 ecc. ↩︎
- Col 1,8; 1Ts 3,6 ecc. ↩︎
- Rm 12,9s; 1Cor 13,4-7; 2Cor 6,6; Fil 2,2s. ↩︎
- Gal 5,13; cfr Eb 6,10. ↩︎
- Ef 4,2; cfr Rm 14,15; 2Cor 2,7s. ↩︎
- 2Cor 8,8-11.24; cfr 1Gv 3,18. ↩︎
- Gv 14,15; 1Gv 5,2s ecc. ↩︎
- Gal 5,6; cfr Eb 10,24. ↩︎