La conoscenza inorgoglisce, l’amore edifica
Omelia per giovedì 12 settembre 2024
L’amore e la carità verso i fratelli più deboli vengono prima di tutto, anche della mia conoscenza e della mia libertà interiore!
Letture: 1Cor 8,1-7.11-13; Sal 138 (139); Lc 6,27-38
Dopo il brano meditato ieri, il settimo capitolo della Prima Lettera ai Corinzi riserva ancora qualche versetto al tema del matrimonio e del celibato, dando, infine, alcuni consigli pratici, prima ai genitori e poi alle vedove.
Anche questo testo è “saltato” dal Lezionario (cfr 1Cor 7,32-40).
Questioni pratiche
Entrando nell’ottavo capitolo, il brano della Prima Lettura odierna parte da una questione concreta riguardo alla gestione degli “idolotiti”, ovvero: le carni degli animali sacrificati agli idoli, i cui avanzi (non utilizzati nei banchetti sacri) venivano venduti al mercato.
A Corinto alcuni (che si ritenevano “forti”) avevano acquisito la convinzione interiore secondo cui non vi era alcun problema a mangiare tali carni, dato che non esiste altra divinità se non Dio Padre e nessun altro Signore se non Gesù Cristo.
Conoscenza o amore?
Ovviamente Paolo è della medesima opinione, ma individua una legge superiore e che ha la precedenza su quella della conoscenza: la carità, perché
la conoscenza riempie di orgoglio, mentre l’amore edifica.
Se la mia forza e libertà interiore (che mi vengono da una conoscenza più fine della verità) possono ferire la coscienza ancora debole di un fratello nella fede, questo diventa un peccato contro Cristo.
Non ferire il corpo di Cristo
Questa attenzione dell’apostolo ci ricorda che la fede cristiana non è un fatto individuale che si risolve tra il credente e Cristo, ma una relazione che passa attraverso la vita comunitaria: se scandalizzo il mio fratello offendo Cristo e ferisco il Suo Corpo, che è la Chiesa:
per la tua conoscenza, va in rovina il debole, un fratello per il quale Cristo è morto! Peccando così contro i fratelli e ferendo la loro coscienza debole, voi peccate contro Cristo.
Non c’è verità senza amore
Quanti cristiani che si ritengono “illuminati” e “più avanti” nella fede, ostentando la loro libertà interiore, feriscono i più deboli, che stanno compiendo i primi passi nella fede?
Quanti “sapientoni” denigrano pubblicamente le devozioni popolari o parlano in presenza di persone anziane (cresciute in una fede semplice) con una saccenteria tale da lasciarle interdette e scandalizzate?
La scelta di Paolo è fulminante:
Per questo, se un cibo scandalizza il mio fratello, non mangerò mai più carne, per non dare scandalo al mio fratello.
L’amore e la carità vengono prima di tutto, anche della mia conoscenza e della mia libertà interiore!
Debole coi deboli
È questa la regola che guidò Paolo per tutta la vita, e che illustrerà poco più avanti:
pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto come Giudeo per i Giudei… Mi sono fatto debole per i deboli… mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno (cfr 1Cor 9,19-23).