La debolezza di Dio è più forte

La debolezza di Dio è più forte

La Croce dimostra che la debolezza di Dio è più forte della fortezza umana (dalle Omelie sulla Prima lettera ai Corinzi di san Giovanni Crisostomo)

Dalle Omelie sulla prima lettera ai Corinzi di san Giovanni Crisostomo, vescovo (Om. 4, 3.4)

La croce ha esercitato la sua forza di attrazione su tutta la terra e lo ha fatto servendosi non di mezzi umanamente imponenti, ma dell’apporto di uomini poco dotati.

Il discorso della croce non è fatto di parole vuote, ma di Dio, della vera religione, dell’ideale evangelico nella sua genuinità, del giudizio futuro.

Fu questa dottrina che cambiò gli illetterati in dotti.

La debolezza e la stoltezza di Dio

Dai mezzi usati da Dio si vede come la stoltezza di Dio sia più saggia della sapienza degli uomini, e come la sua debolezza sia più forte della fortezza umana.

In che senso più forte?

Nel senso che la croce, nonostante gli uomini, si è affermata su tutto l’universo e ha attirato a sé tutti gli uomini.

Vivi che fanno guerra a un “morto”

Molti hanno tentato di sopprimere il nome del Crocifisso, ma hanno ottenuto l’effetto contrario.

Questo nome rifiorì sempre di più e si sviluppò con progresso crescente.

I nemici invece sono periti e caduti in rovina.

Erano vivi che facevano guerra a un morto, e ciononostante non l’hanno potuto vincere.

Cosa rispondere ai non credenti?

Perciò quando un pagano dice a un cristiano che è fuori della vita, dice una stoltezza. Quando mi dice che sono stolto per la mia fede, mi rende persuaso che sono mille volte più saggio di lui che si ritiene sapiente. E quando mi pensa debole non si accorge che il debole è lui.

I filosofi, i re e, per così dire, tutto il mondo, che si perde in mille faccende, non possono nemmeno immaginare ciò che dei pubblicani e dei pescatori poterono fare con la grazia di Dio. Pensando a questo fatto, Paolo esclamava:

Ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini (1Cor 1,25).

Questa frase è chiaramente divina.

La povertà e la paura dei testimoni…

Infatti come poteva venire in mente a dodici poveri uomini, e per di più ignoranti, che avevano passato la loro vita sui laghi e sui fiumi, di intraprendere una simile opera?

Essi forse mai erano entrati in una città o in una piazza. E allora come potevano pensare di affrontare tutta la terra?

…è la miglior garanzia di sincerità

Che fossero paurosi e pusillanimi l’afferma chiaramente chi scrisse la loro vita senza dissimulare nulla e senza nascondere i loro difetti, ciò che costituisce la miglior garanzia di veridicità di quanto asserisce.

Costui, dunque, racconta che quando Cristo fu arrestato dopo tanti miracoli compiuti, tutti gli apostoli fuggirono e il loro capo lo rinnegò.

Come si spiega allora che tutti costoro, quando il Cristo era ancora in vita, non avevano saputo resistere a pochi Giudei, mentre poi, giacendo lui morto e sepolto e, secondo gli increduli, non risorto, e quindi non in grado di parlare, avrebbero ricevuto da lui tanto coraggio da schierarsi vittoriosamente contro il mondo intero?

Non avrebbero piuttosto dovuto dire: E adesso? Non ha potuto salvare se stesso, come potrà difendere noi? Non è stato capace di proteggere se stesso, come potrà tenderci la mano da morto? In vita non è riuscito a conquistare una sola nazione, e noi, col solo suo nome, dovremmo conquistare il mondo?

Verità della Risurrezione

Non sarebbe da folli non solo mettersi in simile impresa, ma perfino solo pensarla?

È evidente perciò che, se non lo avessero visto risuscitato e non avessero avuto una prova inconfutabile della sua potenza, non si sarebbero esposti a tanto rischio.

Fonte: www.chiesacattolica.it, Liturgia delle Ore del 24 agosto