La forza dei laici

La forza dei laici

A sessant’anni dal Vaticano II, fa ancora fatica a germogliare una Chiesa dove i laici siano intraprendenti, liberi di annunciare e far crescere il Regno.

Omelia per martedì 23 aprile 2024

Letture: At 11,19-26; Sal 86 (87); Gv 10,22-30

L’anno scorso, commentando il testo della Prima Lettura, avevo parlato dei “cristiani DOCG”, partendo dall’ultima frase del brano:

Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.

Quest’anno, invece, prendo spunto dalle battute inziali:

Ma alcuni di loro… cominciarono a parlare anche ai Greci, annunciando che Gesù è il Signore.

Dispersioni provvidenziali

Come facevo notare mercoledì scorso commentando Atti 8,1-8, la dispersione causata dalla violenta persecuzione seguita al martirio di Stefano era stata anche una “grazia”, perché aveva spinto la prima comunità cristiana ad uscire dal proprio “guscio” sicuro di Gerusalemme e ad espandere i propri confini.

L’ulteriore allargamento descritto nel brano di oggi è il cerchio d’onda più esterno di quella diaspora.

Se qualcuno esce dagli schemi…

Ancora una volta, però, c’è la tentazione di rinchiudersi, di cercare “sicurezze”:

quelli che si erano dispersi… non proclamavano la Parola a nessuno fuorché ai Giudei.

La scelta di rivolgersi anche ai Greci, perciò, non è una scelta pastorale fatta a tavolino o una “decisione di Curia” calata dall’alto; tutt’altro: è il frutto di un’iniziativa spontanea e personale di alcuni cristiani “laici” più intraprendenti e ispirati.

Come reagisce la Chiesa ufficiale?

Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme…

A questo punto, ci si aspetterebbe un decreto di interdizione da parte del Dicastero per la Dottrina della Fede, e invece…

mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore.

Gli apostoli non sono gelosi né sospettosi di questa iniziativa, ma, anzi: la sostengono, la promuovono e la foraggiano.

L’apostolato dei laici

Questa pagina mi fa ritornare sui temi che stiamo affrontando in questo periodo post-pasquale durante la catechesi degli adulti, leggendo e studiando il Decreto Apostolicam actuositatem del Concilio Vaticano II.

Ci sono voluti secoli perché la Chiesa tornasse a recuperare lo spirito delle origini, per il quale tutti i cristiani (non solo i preti) sono attori corresponsabili dell’evangelizzazione, non tanto in ragione di un mandato da parte della gerarchia, ma della loro vocazione e del loro battesimo:

L’apostolato dei laici, derivando dalla loro stessa vocazione cristiana, non può mai venir meno nella Chiesa. La stessa sacra Scrittura mostra abbondantemente quanto spontanea e fruttuosa sia stata tale attività agli inizi della Chiesa (cfr At 11,19-21; 18,26; Rm 16,1-16; Fil 4,3).

(Apostolicam Actuositatem, 1)

I laici derivano il dovere e il diritto all’apostolato dalla loro stessa unione con Cristo capo. Infatti, inseriti nel corpo mistico di Cristo per mezzo del battesimo, fortificati dalla virtù dello Spirito Santo per mezzo della confermazione, sono deputati dal Signore stesso all’apostolato.

(Apostolicam Actuositatem, 3)

La fantasia dello Spirito

La Chiesa non è fatta solo di ministri ordinati, e non sempre sono i pastori a intuire le vie migliori e quelle necessarie perché la salvezza sia offerta a un numero crescente di persone:

Gli apostoli e i loro successori hanno avuto da Cristo la funzione di insegnare, santificare e governare in suo nome e con la sua autorità. Ma anche i laici, essendo partecipi della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo, nella missione di tutto il popolo di Dio assolvono compiti propri nella Chiesa e nel mondo.

(Apostolicam Actuositatem, 2)

Lo Spirito Santo, infatti, si serve di tutti i battezzati, riempiendoli dei Suoi doni, quando e come vuole:

…lo Spirito Santo, che opera la santificazione  del popolo di Dio per mezzo del ministero e dei sacramenti, elargisce ai fedeli anche doni particolari (cfr 1Cor 12,7) «distribuendoli a ciascuno come vuole» (1Cor 12,11)… Dall’aver ricevuto questi carismi, anche i più semplici, sorge per ogni credente il diritto e il dovere di esercitarli per il bene degli uomini e per l’edificazione della Chiesa, nella Chiesa e nel mondo, con la libertà dello Spirito Santo, il quale «sofia dove vuole» (Gv 3,8)…

(Apostolicam Actuositatem, 3)

Una Chiesa più sinodale

È la Chiesa sinodale che ha in mente Papa Francesco, e che purtroppo, a sessant’anni dal Concilio, ancora fatica a germogliare, per due motivi:

  1. la ritrosia del clero, che teme di perdere “l’esclusiva” dell’annuncio;
  2. la clericalizzazione dei laici, che – invece di sentirsi liberi di annunciare il Vangelo ovunque si trovino – reclamano i “posti di potere” attualmente occupati dal clero.

Perché il cammino delineato dal Concilio si attui, dobbiamo tutti vincere la paura di intraprendere e inaugurare nuove strade e non aspettare che esse siano “calate dall’alto” come “ricette già pronte” o rassicuranti “certificati di autentificazione” da parte dell’autorità costituita.