La politica è roba da cristiani
In vista dell'8-9 giugno 2024...
Fare politica per i cristiani non è solo possibile, ma è un dovere morale, soprattutto nei momenti in cui sono chiamati ad esprimere il loro giudizio.
Butto lì due pensieri veloci a pochi giorni dal voto (tutti gli Italiani dovranno votare per il rinnovo del Parlamento Europeo, e molti per il rinnovo del Consiglio Comunale, tra cui anche noi di Sotto il Monte).
Non è una mia fissa
Ho già parlato di politica e di politici, anche nelle mie omelie e riflessioni, perciò credo di non scandalizzare nessuno.
La politica e i temi sociali non sono una mia fissa: è che – siccome Dio si è incarnato in Gesù Cristo – non c’è nulla di umano che non riguardi anche la vita del cristiano, e non c’è nulla di più “umano” delle relazioni tra gli uomini.
La politica è la forma più alta di carità
Il Concilio Vaticano II ha sottolineato in modo chiaro che i cristiani, in particolare i laici, vivendo nel mondo, devono “farlo fermentare” con la loro presenza, nei luoghi, nelle situazioni e nelle occupazioni che vivono.1
Tra queste occupazioni spicca la politica, che Pio XI definì la «forma più alta di carità».2
Fare politica non significa solo candidarsi per ricoprire una carica pubblica, o tesserarsi a un partito e mettersi a fare comizi o discussioni infinite come quelle che si vedono in TV ogni sera.
Fare politica significa occuparsi attivamente del bene comune, non accontentandosi di curare il proprio orticello.
Votare è un dovere per i cristiani
Per occuparsi del bene comune è assolutamente necessario partecipare alla vita civile e sociale del territorio in cui si vive, informandosi, esprimendo il proprio giudizio di assenso o dissenso (e talvolta di condanna) nei confronti delle scelte prese dagli organi di governo democraticamente eletti.
Perciò – se è sempre importante attuare la propria vigile partecipazione alla vita pubblica – è ancor più importante esercitare attivamente il proprio ruolo esprimendo con il voto i propri giudizi e le proprie scelte.
Se per tutti i cittadini votare è altamente raccomandato, per i cristiani è addirittura un dovere morale, come insegna il Magistero:
Si ricordino perciò tutti i cittadini del diritto, che è anche dovere, di usare del proprio libero voto per la promozione del bene comune.
(Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 75)
Contro rassegnazione e disimpegno
Purtroppo, anche tra i cristiani è sempre più crescente una disaffezione e (di conseguenza) un disimpegno verso la politica: molti non vanno più a votare da tempo, parecchi ci vanno in modo totalmente disinformato, votando “di pancia” o per semplice “impressione”, o seguendo le “tifoserie”.
In un incontro online promosso dal Centro Italiano Femminile l’Arcivescovo di Milano ha rivolto un appello contro disimpegno e rassegnazione, richiamando la responsabilità dei cattolici per contribuire a riformare l’Unione, «distinguendo i candidati e ciò che propongono», invitando a
non tirarsi indietro avendo il coraggio di dire quello che non funziona, ma anche testimoniando ciò che ci inorgoglisce nell’essere parte di un’Europa capace e costruttiva. E, poi, la responsabilità e la necessità di andare a votare, l’8 e 9 giugno per il rinnovo degli organismi dell’UE, sapendo per chi votiamo.
Politica informata
Per rispondere a questi compiti, il minimo che possiamo fare (oltre a presentarci al seggio ad ogni chiamata) è prenderci il tempo per informarci sui vari programmi e sulle varie proposte.
So già qual è la vostra obiezione:
«Ma tanto i politici fanno solo promesse roboanti in campagna elettorale e poi non mantengono nessuno degli impegni presi!»
È vero, ma spesso se lo possono permettere appunto perché nessuno si è informato e nessuno si prende la briga di richiamarli ai loro doveri durante il periodo di governo, e ci si accontenta delle “chiacchiere da bar” o in piazza.
Strumenti utili
Per quanto riguarda questa tornata di votazioni per il Parlamento Europeo ci sono vari strumenti online e tutti i partiti e le liste che si sono accreditate per partecipare hanno pubblicato i loro programmi nei punti chiari e salienti.
Per facilitare il compito, la nostra Diocesi ha pubblicato una pagina con diversi contributi e documenti utili alla riflessione.
Tra questi mi permetto di linkare direttamente il PDF di un vademecum che sintetizza i vari punti dei programmi dei partiti e delle liste che si presentano, i nomi dei candidati, i gruppi politici del Parlamento Europeo.
In casa nostra
Se la politica a livello nazionale e sovranazionale ci sembra troppo “distante” e difficilmente “controllabile”, non possiamo accampare scuse per quanto riguarda la partecipazione attiva a livello comunale, soprattutto in una realtà così piccola come il nostro Comune.
Personalmente, in quanto cittadino di Sotto il Monte da quasi tre anni, mi sono preso il tempo e la briga non solo di leggere i dépliant delle tre liste civiche che si sono presentate, ma di andare agli incontri di presentazione e di fare domande.
Purtroppo ho constatato una partecipazione esigua a queste assemblee pubbliche e ho trovato i soliti “interessati” solamente ai problemi personali («non voglio il parco per cani sotto la mia villetta, voglio che facciate parcheggi altrove, in modo che non lascino le auto sotto casa mia…»).
Sono felice, però, di aver visto alcuni giovani, non solo tra i candidati, ma anche presenti alle riunioni informative.
Alla fine di questo “sermone sociale”, spero di avervi smosso un po’ la coscienza…
- «Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Vivono nel secolo, cioè implicati in tutti i diversi doveri e lavori del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta. Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall’interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo esercitando il proprio ufficio sotto la guida dello spirito evangelico» (Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 31). ↩︎
- Pio XI, Ai dirigenti della Federazione Universitaria Cattolica, 18 dic. 1927. ↩︎