La storia si cambia in ginocchio

in ginocchio
Omelia per giovedì 13 giugno 2024

In ginocchio come Elia, abbiamo bisogno di capire che si ottiene di più mettendosi nelle mani di Dio che non «prendendo Dio per il collo».

Letture: 1Re 18,41-46; Sal 64 (65); Mt 5,20-26

Nella Prima Lettura continuiamo ad ascoltare senza interruzione le vicende del profeta Elia, che è – sì – un profeta focoso e “potente”, capace di impetrare da Dio grandi segni e prodigi, ma sa anche rientrare nella dimensione della fragilità e riconoscere umilmente la propria piccolezza.

Modalità “soft”

Dopo aver chiuso il cielo per una lunga siccità e aver fatto scendere il fuoco del Signore a consumare il sacrificio sul monte Carmelo, Elia entra in “modalità soft”, ovvero: in un atteggiamento di preghiera e supplica a Dio, per invocare il dono della pioggia.

Ne aveva proprio bisogno, soprattutto dopo aver trasformato il suo zelo per il Signore in furia omicida.1

Doveva ritrovare il volto vero di Dio, quello che non si rassegna al male, e sa «ritornare sui suoi passi»2 di fronte al pentimento umano.

Elia, forse, si è reso conto che si ottiene di più mettendosi nelle mani di Dio che non «prendendo Dio per il collo», obbligandolo a fare segni grandi e potenti.

Pregare col corpo

È anzitutto l’atteggiamento del suo corpo a descrivere questa nuova consapevolezza:

gettatosi a terra, pose la sua faccia tra le ginocchia.

È un’annotazione importante, perché, come ho già detto in una riflessione proposta durante la Quaresima,

i gesti “parlano”, dicono tanto, non solo a chi li vede, ma anche a chi li compie: il coinvolgimento di tutta la propria persona in un momento di grande intimità con Dio (qual è la preghiera) non è un orpello inutile…

La posizione del corpo non è tanto una “tecnica”, ma qualcosa che ci ricorda quanto siamo fragili, piccoli, bisognosi di aiuto; mettersi in ginocchio è un auto-invito a un’umiltà che sia vera, sincera e totale.

Docciamo metterci in ginocchio

Mi viene in mente quante volte – soprattutto negli ultimi mesi a riguardo dei dolorosi conflitti – Papa Francesco ci ha ricordato che «la pace si costruisce in ginocchio».

È un’espressione che ha usato altre volte, anche nei contesti più disparati, ad esempio al Tribunale della Sacra Rota a inizio anno, riguardo al difficile compito del discernimento.

Credo che sia un richiamo utile per tutti noi, a partire da noi preti, perché spesso vogliamo “piegare” il corso degli eventi a forza di iniziative pastorali e grandi discorsi… ma i Santi, la storia, l’hanno cambiata stando in ginocchio.

  1. Ricordo nuovamente che il Lezionario ci risparmia di ascoltare 1Re 18,40, ma in quel punto ci sta proprio scritto che Elia ammazzò personalmente 450 uomini! ↩︎
  2. Cfr Es 32,14; 2Sam 24,16; Ger 26,13.19. ↩︎