La superbia del dire «Io sono un dio»

Superbia
Omelia per martedì 20 agosto 2024

Superbia ed egoismo sono l’origine di ogni peccato, perché – come al re di Tiro – ci fanno dire «io sono un dio». Cerchiamo dunque l’umiltà.

Letture: Ez 28,1-10; Dt 32,26-30.35-36; Mt 19,23-30

La prima pagina che ascoltiamo oggi, continuando a sfogliare il Libro del profeta Ezechiele, è una violenta invettiva, carica di ironia, contro il re di Tiro per il suo orgoglio e la sua superbia.

Tiro, la traditrice

Tiro, all’inizio del VI secolo a.C., era una potente città commerciale; partecipò attivamente a tutte le iniziative anti-babilonesi precedenti ai fatti del 587 a.C., ma poi abbandonò Gerusalemme, sua alleata, e si rallegrò della sua caduta.

Ce n’è per tutti

Da questa pagina si evince che Jawhé, attraverso i Suoi profeti, si rivolge anche alle nazioni straniere, non solo a Gerusalemme.

Già con Isaia (che leggevamo il mese scorso) si era rivolto all’Assiria perché – anziché “accontentarsi” di fungere da “bastone” per punire l’infedeltà di Israele – si era “allargata” troppo.1

Simbolo universale di superbia

Qui il re di Tiro, che si crede di discendenza divina e pensa di essere dotato di una sapienza che non ha eguali, diviene il simbolo universale di ogni atteggiamento di superbia.

Avendo ammassato oro e argento nei suoi scrigni, crede di essere l’unico artefice delle proprie fortune, rendendosi dispotico padrone di ogni cosa.

Egli non sa che il padrone di ogni cosa è soltanto il Signore, mentre lui è solo un uomo, destinato alla morte come tutti, e a una morte umiliante (morire come gli incirconcisi significava morire lontani da Dio).

La storia insegna

Continuamente la storia ci ha mostrato e ci mostra il sorgere di despoti superbi e inumani e anche il loro inesorabile crollo: ricchi potenti e temuti, in breve han perduto tutto

«perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato» (cfr Lc 14,11).

Ma non è necessario salire in alto: dappertutto ci sono esseri che si atteggiano con superbia a “superuomini”; anche a noi, mossi dall’orgoglio, può capitare di sopraffare gli altri.

Rimettiamo la consonante

La superbia e l’egoismo sono l’origine di ogni peccato, perché – come al re di Tiro – ci fanno dire «io sono un dio», e – come ad Adamo ed Eva – ci fanno credere di poter decidere per noi e per tutti cosa sia bene e cosa sia male (cfr Gen 3,1-6).

La via maestra per vincere la superbia è una vera e sincera umiltà: riconoscere la signoria di Dio, non presumere di forze che non abbiamo, ricorrere fiduciosi a Lui, saper chiedere l’aiuto e il perdono degli altri.

Come dicevo in un’omelia di quasi cinque anni fa, dobbiamo stare attenti a non “perdere per strada” quella consonante che è l’iniziale del nome “Dio”,2 di modo che il nostro “io” non dilaghi, solo e arrogante.

  1. Si legga quanto scrivevo in Siamo un bastone superbo? Omelia per mercoledì 13 luglio 2022 ↩︎
  2. Compro… una consonante! Omelia per la 30ª Domenica del Tempo Ordinario, 26 ottobre 2019. (C) ↩︎