La vita ha senso se si consuma
Omelia per giovedì 20 giugno 2024
Il senso della vita non è far parlare di sé, magari anche dopo la nostra morte, ma illuminare chi ci sta attorno, consumandoci come una candela fino alla fine.
Letture: Sir 48,1-14; Sal 96 (97); Mt 6,7-15
Ho già commentato il brano di vangelo e, in parte, anche la Prima Lettura nella riflessione che ho pubblicato due anni fa.
Oggi vorrei ritornare brevemente sul testo del Siracide, che è una lode sperticata di Elia, prima, e poi di Eliseo.
Rischio demoralizzazione
Leggendo e meditando una pagina come questa, il rischio è di essere così ammirati dagli esempi “messi in vetrina” da sentirsi totalmente estranei a quanto descritto.
La nostra vita, a confronto, non desta alcuno scalpore, e – con ogni probabilità – non sarà ricordata né raccontata su alcun libro. È un po’ il senso delle parole che troviamo verso la fine del brano:
perché è certo che anche noi vivremo
ma dopo la morte la nostra fama non perdurerà.1
Ma è proprio questo il criterio per valutare una vita? La fama? La memoria imperitura?
Una vita vale se brucia
Abbiamo detto tante volte che Elia viene associato all’immagine del fuoco, e così fa anche questo panegirico del Siracide:
Sorse Elìa profeta, come un fuoco;
la sua parola bruciava come fiaccola.
A partire da questa metafora, mi piace pensare che Elia fu grande non tanto per i prodigi compiuti, ma perché la sua parola era come una fiaccola.
Cosa fa una fiaccola, o una semplice candela?
Fa luce, illumina tutto attorno a sé… ma per poter illuminare deve ardere e – inesorabilmente – consumarsi.
Una candela conservata intatta in un cassetto, invece, non serve a nulla.
Ecco: io credo che il senso di una vita, di ogni vita, possa essere “misurato” in base a questo: quanto è stata una fiaccola, una luce che ha brillato dall’inizio alla fine, consumandosi senza risparmiarsi.
Luce del mondo
È quanto dice Gesù ai Suoi discepoli:
Voi siete la luce del mondo… non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli (cfr Mt 5,14-16).
Ecco il senso della vita.
Non chiediamoci se qualcun si ricorderà di noi, se qualcuno scriverà la nostra biografia o rimarrà una memoria di noi, ma preoccupiamoci di illuminare tutti quelli che ci incontrano, con la parola, ma soprattutto con l’esempio, senza paura di consumarci fino alla fine.
- L’ultimo versetto è aggiunto solo dalla Nova Volgata. ↩︎