L’aiuto di Dio non piove dal cielo
L’aiuto divino annunciato dai profeti non è una magia che piove dal cielo: Dio non si sostituisce all’azione dell’uomo, ma è sostegno delle sue fatiche.
Omelia per mercoledì 13 dicembre 2023
Letture: Is 40,25-31; Sal 102 (103); Mt 11,28-30
Al centro del brano di Isaia che ascoltiamo come prima lettura, il profeta pone una domanda:
Perché dici, Giacobbe,
e tu, Israele, ripeti:
«La mia via è nascosta al Signore
e il mio diritto è trascurato dal mio Dio»?
È una domanda che spesso faccio anche io ai penitenti scoraggiati, perché spesso mi capita di sentirmi dire: «mi sento dimenticato dal Signore».
Quando la speranza vien meno…
Il contesto di questo brano è quello degli Ebrei in esilio che – nonostante le molteplici promesse dei profeti – facevano fatica a credere che le loro sofferenze sarebbero presto finite: la speranza sembrava venir meno col passare del tempo e la situazione sembrava immutabile.
Per questo Isaia sente il bisogno di rafforzare la fiducia vacillante dei suoi compatrioti, ricordando la potenza di Dio, creatore e sovrano dell’universo, a cui tutti gli astri obbediscono.
Guarda in alto!
L’invito a guardare in alto è rivolto tanto più a noi oggi, perché molto dello scoramento che sperimentiamo dipende dal fatto di vivere in una società che nega continuamente l’esistenza di Dio e riconduce ogni cosa (persino le grandi meraviglie e i misteri dell’universo) alla scienza e a ciò che è misurabile.
L’illuminismo prima e il marxismo poi hanno bandito ogni atteggiamento di religiosità e di fede, accusando le religioni di essere l’oppio dei popoli, col risultato di ridurre l’uomo ad una creatura allo sbando, che non trova più il senso ultimo delle cose.
L’aiuto non piove dal cielo
Certo, credere che piova tutto magicamente dal cielo e che non ci sia bisogno di fare nulla perché «tanto Dio ci aiuta» è sbagliato e fatalistico, ma nemmeno cancellare ogni trascendenza con un colpo di spugna aiuta l’uomo a emanciparsi.
L’aiuto divino annunciato dai profeti e creduto dalla fede nel Dio ebraico-cristiano è di tutt’altra natura.
Dio non si sostituisce a te
Dio non si sostituisce all’azione dell’uomo, ma è sostegno delle sue fatiche:
Egli dà forza allo stanco
e moltiplica il vigore allo spossato.
La fede e la speranza in Dio non sono un atteggiamento passivo-remissivo, ma di confidenza in un Padre che, col Suo Amore, aiuta a cambiare e a crescere, ritrovando anche la fiducia in se stessi, invece di lasciarsi schiacciare da sensi di colpa o di inferiorità perché, come canta il salmista:
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità…Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Non dall’alto, ma dal basso
L’aiuto di Dio non piove dal cielo: non viene dall’alto come una magia, come il Deus ex machina del teatro greco.
Il nostro Dio ha scelto di portarci aiuto “dal basso”, facendosi povero e umile come noi e condividendo la nostra stessa vita di sofferenza e fatica (cfr Fil 2,5-8), per insegnarci come portare la croce:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore».
Alla stessa maniera, sul Suo esempio, anche noi siamo chiamati a portare aiuto ai nostri fratelli non con atteggiamento di superiorità, ma facendoci piccoli coi piccoli, poveri coi poveri.