Le donne di Dio, che forza!
Sono le donne in questa pagina della Scrittura (come in tante altre) a farsi strumento docile nelle mani di Dio. Noi maschi abbiamo molto da imparare da loro.
Omelia per martedì 18 luglio 2023
Letture: Es 2,1-15; Sal 68 (69); Mt 11,20-24
Ieri, nel commentare la prima pagina dell’Esodo, avevo indicato le due levatrici Sifra e Pua (cfr Es 1,15-21) come esempio da seguire nei momenti di confusione della nostra vita, dove la paura generata dall’ignoranza porta a commettere orrori.
Le avevo indicate come esempio di compassione, solidarietà femminile e materna, e timor di Dio.
Un nome immortale
Tra l’altro (non l’ho detto ieri per non dilungarmi), vi siete chiesti come mai la Scrittura ci riporti i loro nomi e non quello del faraone?
Perché loro sono state strumento della misericordia e della bontà di Dio, e per questo hanno un posto speciale e imperituro nella storia di Dio e degli uomini, a differenza del re d’Egitto.
Le donne
Anche oggi sono ad attirare la vostra attenzione sulle donne di questa pagina che il Lezionario ci propone come Prima Lettura.
Ci sono donne e uomini in questo racconto, e – a prima vista – potrebbe sembrare che il personaggio principale sia un maschio (Mosè), ma, invece, a stendere il “filo rosso” della storia come ce l’ha in mente il Signore, sono le donne, con la loro creatività, il loro “sesto senso”, la loro fiducia insopprimibile nella vita.
La madre
C’è la madre di Mosè, che non si rassegna a sopprimere il figlio appena partorito, ma lo tiene nascosto per tre mesi, e quando diventa impossibile nasconderlo oltre, confeziona un cestello impermeabile per deporvi il bambino e affidarlo al Nilo.
Formalmente, obbedisce al comando del re d’Egitto (cfr Es 1,22), ma lo fa con “furbizia” e affidandosi a Dio in un gesto di speranza estremo.
La sorella
C’è la sorella di Mosè, che segue il cestello da lontano, quasi a custodia del fratello, e interviene prontamente per suggerire una possibile soluzione alla figlia del faraone che ha trovato il bambino. Con una furbizia immensa, poi, riesce a far affidare il piccolo alla madre naturale per allattarlo, svezzarlo e goderne la presenza per alcuni anni, per di più in cambio di un salario!
La madre adottiva
C’è la figlia del faraone che, pur essendo cosciente di trovarsi davanti al “corpo del reato” (un bambino ebreo che il padre voleva far sopprimere), si fa muovere dalla compassione e, disobbedendo al comando paterno, si fa mezzo di salvezza per una vita che sarebbe stata destinata a morte certa.
Gli uomini
Gli uomini in campo in questo racconto fanno tutt’altra figura, direi…
Il padre
Il padre di Mosè non dice una parola, sembra inesistente. Il testo ci segnala solo che era «un uomo della famiglia di Levi». Avrà avuto pietà anche lui? Avrà cercato un modo per salvare il figlio o che? Non lo sappiamo…
Mosè
Anche Mosè, una volta diventato uomo, non fa una gran bella figura: a parte sentirsi solidale col suo popolo di origine, non è capace di altro che risolvere le cose con la violenza, la vendetta, l’omicidio, il giustizialismo sommario.
Ne avrà di strada da fare prima di diventare il grande intercessore presso Dio a favore del suo popolo: dovrà prima incontrare Yahweh faccia a faccia e saggiarne la misericordia… ma è una storia che ascolteremo nelle “prossime puntate”.
La forza delle donne
Qual è la forza delle donne di questo racconto e di tante altre nella Sacra Scrittura? Non certo la forza bruta, irrazionale e istintiva dei maschi.
La loro forza è quella di un animo nobile, compassionevole, forte e dolce allo stesso tempo, che sa resistere ad ogni avversità perché non si scoraggia davanti alle intemperie della vita e trova sempre una via d’uscita, aggrappandosi con le unghie e con i denti alla sacralità e dignità della vita.
In aggiunta, le donne della Scrittura hanno una fede incrollabile e indefessa in Dio e nella Sua Provvidenza, e sanno mettere a frutto tutti i talenti ricevuti per farsi preziosi strumenti della Sua grazia.
Abbiamo molto da imparare noi maschi…
Consigli di lettura
Come sempre non ho qui lo spazio per fare una carrellata di tutte le donne della Bibbia che potremmo prendere ad esempio, ma sarebbe un bel percorso di studio e meditazione…
Nello scartabellare su internet, però, sono capitato per caso su un libretto che non ho letto ma mi ha incuriosito (e perciò cercherò di leggere quanto prima); ve lo segnalo comunque, nel caso qualcuno volesse tentare una lettura sotto l’ombrellone:
Maria Teresa Milano, Le indomabili donne della Bibbia. Pioniere, regine, avventuriere, seduttrici e guerriere, Sonda, 2021.
Credo che sia valido, essendo l’autrice laureata in Filologia ebraica, con un dottorato di ricerca in Ebraistica.