Lo strumento che ho scelto per me

Lo strumento scelto

Ci consola sapere che, a ciascuna delle nostre obiezioni di inadeguatezza, Dio risponde «non temere, tu sei lo strumento che ho scelto per me».

Omelia per venerdì 19 aprile 2024

Letture: At 9,1-20; Sal 116 (117); Gv 6,52-59

Quella che ascoltiamo nella Prima Lettura è la prima narrazione della conversione di Saulo. La ritroveremo altre due volte in Atti (cfr At 22,1-21 e At 26,1-5.9-18) e diverse volte nelle lettere di Paolo, segno che questo fatto è stato un punto di svolta epocale, a livello personale (per Paolo) ma soprattutto comunitario, per la storia della Chiesa.

Un vero apostolo

Più che la conversione personale, a Luca interessa descrivere la vocazione apostolica di Paolo, per spiegare ai suoi lettori come egli fosse veramente apostolo, pur non appartenendo al collegio dei Dodici e non avendo conosciuto Gesù.

Il racconto, perciò, prova che Paolo ha visto il Risorto come i Dodici, e che il Signore stesso l’ha inviato a predicare, come i Dodici (la chiamata di Cristo, però, deve essere ratificata dalla Chiesa, da Anania, che lo battezza e gli “apre gli occhi”).

Lo strumento che ho scelto

Quello che mi colpisce e su cui voglio fermare l’attenzione oggi è la risposta del Signore alle obiezioni preoccupate di Anania:

«Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me…»

Essendo io musicista, quando sento la parola “strumento” – per deformazione personale – mi viene in mente subito uno strumento musicale…

Ebbene: ve lo immaginate il grande violinista Uto Ughi che, per suonare in un importante concerto, invece di scegliere uno dei sue due preziosissimi violini, scegliesse uno strumento di bassissima qualità, prodotto in serie?

Scelti da Dio

Dio è così: sceglie sempre le persone umanamente meno adatte, perché si veda chiaramente che ad operare non è l’uomo in sé, ma il Suo Amore e la Sua potenza.

Lui è un grande artista, e – come Uto Ughi saprebbe suonare in modo impeccabile anche con un violino accartocciato – Dio sa condurre la storia con sapienza e amore anche con gli strumenti meno adatti.

Mi consolo

A me (come deve essere successo ad Anania) viene la pelle d’oca quando penso a quali strumenti Dio sceglie per portare il Suo nome dinanzi alle nazioni, ai re!

Mi viene la pelle d’oca a pensare che mi ha chiamato ad essere sacerdote, ad annunciare il Suo Vangelo, a renderlo presente tra la gente…

Ma poi mi consolo, perché penso che – a tutte le mie obiezioni – anche a me Dio ha l’ardire di rispondere: «Tu sei lo strumento che ho scelto».