L’ultimo fra tutti i santi. Sant’Ambrogio
Ambrogio era cosciente di essere l’ultimo, il meno adatto a fare il vescovo, ma con la grazia di Dio ha annunciato con franchezza il mistero di Cristo a tutti.
Omelia per giovedì 7 dicembre 2023
Letture: Ef 3,8-12; Sal 88 (89); Gv 10,11-16
Nelle diocesi di Lombardia sant’Ambrogio si ricorda con grado di festa (e non di semplice memoria), perciò oggi non continuiamo l’ascolto dei testi delle ferie della prima settimana di Avvento ma ci fermiamo a meditare testi scelti appositamente per festeggiare il santo Patrono di Milano e della nostra Regione.
Buona la prima
A parte il brano di vangelo (che è il “classico” estratto del capitolo 10 di Giovanni sul Buon Pastore, come capita per quasi tutti i vescovi e pastori della Chiesa), credo sia molto significativa la scelta della prima lettura, tratta dalla lettera di san Paolo agli Efesini.
La trovo adatta per descrivere la figura di Sant’Ambrogio, che si sarebbe aspettato di tutto nella vita, meno che diventare vescovo di Milano.
Lui che era un semplice catecumeno, e si era recato in una chiesa di Milano in qualità di governatore per calmare gli animi della popolazione che litigava cercando di trovare un successore al vescovo morto di recente, non credeva certo di uscirne acclamato vescovo lui stesso, prima per voce di un bambino e poi a furor di popolo.
Davvero, rileggendo la sua vita, avrà sentito “calzare a pennello” le parole dell’apostolo che ascoltiamo oggi:
Fratelli, a me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia…
L’ultimo, il meno adatto di tutti, era stato scelto per un compito così importante!
Grazia di Dio, studio e preghiera
Anche se un po’ riluttante, Ambrogio accolse l’incarico, vedendo celata nella volontà del popolo la chiamata di Dio («Vox populi, vox Dei»). Dio fa sempre così: sceglie gli ultimi, i piccoli.
All’epoca della sua elezione alla cattedra di Milano era certo un buon poeta, un ottimo oratore e un avvocato esperto (tanto che l’imperatore gli aveva prospettato una carriera folgorante), ma era totalmente a digiuno di teologia.
Consapevole della sua impreparazione, confidando nella grazia di Dio, si diede allo studio della Scrittura e dei Padri della Chiesa.
Ambrogio trasformava in preghiera quanto aveva studiato e, dopo aver pregato, scriveva e predicava: questo era il suo modo di porgere la Parola di Dio al popolo.
Lo stesso Agostino d’Ippona rimase affascinato dal suo modo di predicare e guidare la preghiera dei Salmi, con Inni scritti da lui stesso, commuovendosi fino alla conversione.1
Cristo al centro
Il seguito del brano di Paolo agli Efesini descrive la spiritualità di sant’Ambrogio, tutta centrata su Cristo:
annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell’universo…
Lo sottolineava anche Giovanni Paolo II nella sua Lettera Apostolica Operosam diem, in occasione del 16° centenario della morte di sant’Ambrogio:
Al centro della sua spiritualità stava Cristo, ricercato e amato con intenso trasporto. A Lui tornava continuamente nel suo insegnamento. Su Cristo si modellava pure la carità che egli proponeva ai fedeli e che testimoniava di persona accogliendo «caterve di gente affannata che soccorreva nell’angustia», come ci ricorda Agostino.2
Ai potenti della terra
Un annuncio fatto sempre con franchezza, anche di fronte ai “potenti della terra”, resistendo all’imperatore Valentiniano che imponeva di consegnare le chiese agli ariani, e obbligando poi Teodosio il Grande a pentirsi pubblicamente per il massacro di Tessalonica…
Proprio come afferma il seguito del testo di Efesini:
affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio
Così anche noi
Sia così anche il nostro essere cristiani, nel nostro piccolo: rimanere umili, consapevoli che ad agire in noi è la grazia di Cristo. Sarà questa consapevolezza a darci il coraggio di resistere anche di fronte ai prepotenti di oggi:
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere (Lc 21,14-15).
- Sul rapporto tra Ambrogio e Agostino, si può leggere un piccolo saggio in questo articolo su Aleteia. ↩︎
- Giovanni Paolo II, Operosam diem 11. ↩︎