Mercoledì della 24ª settimana del Tempo Ordinario (II)

Mercoledì 24ª sett.

Letture del mercoledì della 24ª settimana del Tempo Ordinario. Lezionario Romano (Anno II).

PRIMA LETTURA

Rimangono la fede, la speranza, la carità; ma la più grande di tutte è la carità.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

1Cor 12,31-13,13

Fratelli, desiderate intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime.

Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita.

E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.

E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.

La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà. Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino.

Adesso noi vediamo in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia. Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità!

SALMO RESPONSORIALE

dal Sal 32 (33)

℟. Beato il popolo scelto dal Signore.


Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate. 
Cantate al Signore un canto nuovo, 
con arte suonate la cetra e acclamate. ℟.


Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto; 
dell’amore del Signore è piena la terra. ℟.


Beata la nazione che ha il Signore come Dio, 
il popolo che egli ha scelto come sua eredità. 
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. ℟.

CANTO AL VANGELO

(cfr Gv 6,63c.68c)

Alleluia, alleluia.

Le tue parole, Signore, sono spirito e sono vita; 
tu hai parole di vita eterna.

Alleluia.

VANGELO

Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto.

Dal Vangelo secondo Luca

Lc 7,31-35

In quel tempo, il Signore disse:

«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:

“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, 
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.

È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

Omelie per questa ricorrenza

Fonte: www.chiesacattolica.it