Mi ricorderò, ti ricorderai

Io mi ricorderò dell’alleanza conclusa con te
Omelia per venerdì 16 agosto 2024

Ci pentiremo solo se ricorderemo di quanto siamo debitori all’Amore di Dio e se ricorderemo i nostri peccati alla luce della Sua infinita misericordia.

Letture: Ez 16,1-15.60.63; Is 12,2-6; Mt 19,3-12

Dopo la pausa dell’Assunta, continuiamo, nella Prima Lettura, a leggere brani del Libro del profeta Ezechiele.

Un Amore che brucia

La pagina di oggi è di un forte verismo, quasi urtante, eppure è un’appassionata testimonianza (in linguaggio e sentimenti così umani) del bruciante e fedele amore di Dio per l’umanità tratta in salvo da profonda miseria e di nuovo caduta in basso.

Il simbolismo matrimoniale per indicare il rapporto fra Dio Israele è assai diffuso nella letteratura profetica, a partire da Osea; Ezechiele vi dedica due grandi allegorie nei capitoli 16 e 23 del suo libro.

La parabola dell’infedeltà

Nel brano di oggi (che è una metafora o una sorta di parabola), Gerusalemme viene accusata di essere stata infedele al Signore.

Abbandonata e priva di tutto come una trovatella, essa era stata scelta da Dio come propria sposa per un atto di supremo amore di predilezione; ciononostante gli divenne infedele, adorando falsi dèi (cfr Ez 16,16-36).

Per questo il culto degli idoli è chiamato anche prostituzione e adulterio.

«Mi ricorderò»: la Promessa eterna

Ma il misterioso amore del Signore, gratuito e fedele, non viene meno:

«io mi ricorderò dell’alleanza conclusa con te al tempo della tua giovinezza»

Dio è lo Sposo fedele per sempre, che ama tuttora la sposa infedele e le prepara un futuro di conversione e di ritorno a Lui:

«stabilirò con te un’alleanza eterna».

«Tu ti ricorderai»: tempo di ravvedimento

È bello (anche se doloroso) il parallelismo che si forma tra il «mi ricorderò dell’alleanza» (detto da Dio) e il «tu ricorderai la tua condotta e ne sarai confusa».1

Ricordare i nostri peccati dopo che essi sono stati perdonati è un passaggio importante: non per cadere nello scrupolo o nel dubbio di essere stati veramente perdonati, ma per sperimentare in modo ancora più forte e sincero la grandezza della misericordia di Dio, secondo l’insegnamento di Gesù: ama di più colui a cui è stato perdonato di più.2

L’Amore vince sempre

L’insegnamento di questa allegoria è importante per ciascuno di noi: Dio ci ha uniti a Sé con un amore potente, totale, indissolubile, e disprezzarlo per altri “amori” è un tradimento, sa di adulterio. Rompere l’alleanza nuziale con Cristo-Sposo (cfr Gv 3,29 e Mt 22,2) è gettarsi in braccio a false divinità (denaro, piacere, fama, potere…).

Ma l’amore di Dio è più forte di ogni colpa: attraverso un sincero pentimento ci riporta a Sé, con la forza del Suo perdono.

Cristiani: “sacramento” di salvezza

Come Pietro, perdonato e convertito, ha potuto confermare nella fede i suoi fratelli (cfr Lc 22,31s), così noi cristiani, per l’esperienza viva dell’essere continuamente perdonati, siamo fatti “sacramento”, segno di salvezza, annunciatori della redenzione e del perdono riabilitante di Dio.

  1. Questo versetto (Ez 16,61) è tagliato nella forma lunga della lettura, ma si legge nella “forma breve“. ↩︎
  2. Cfr la parabola dei due debitori raccontata da Gesù in casa di Simone il fariseo per spiegare il gesto di misericordia verso la peccatrice che gli lavò i piedi con le lacrime, li asciugò coi suoi capelli e li cosparse di profumo (Lc 7,36-50). ↩︎