Nemmeno per sentito dire
Anche ai nostri giorni si incontrano “cristiani” che dello Spirito Santo sembra non abbiano nemmeno sentito dire: più attenti ai “carismi” che alla loro Fonte.
Omelia per lunedì 13 maggio 2024
Letture: At 19,1-8; Sal 67 (68); Gv 16,29-33
Il terzo viaggio missionario dell’apostolo Paolo conobbe nella città di Efeso una lunga tappa “stanziale” di due o tre anni,1 durante i quali scrisse la Prima Lettera ai Corinzi, la Lettera ai Galati e, con qualche probabilità, quella ai Filippesi.
Centro di diffusione evangelica
Anche qui Paolo inizia la predicazione ai Giudei, nella sinagoga, ma
poiché alcuni si ostinavano e si rifiutavano di credere, dicendo male in pubblico di questa Via, si allontanò da loro… e continuò a discutere ogni giorno nella scuola di Tiranno… così tutti gli abitanti della provincia d’Asia, Giudei e Greci, poterono ascoltare la parola del Signore (cfr At 19,8-10).
Insomma: ancora una volta, il rifiuto da parte dei primi destinatari dell’annuncio diventa motivo scatenante dell’allargarsi del Vangelo a confini sempre più ampi.
Efeso, infatti, era il centro di gran parte della regione dell’Asia proconsolare, assieme alle altre sei città citate da Giovanni all’inizio dell’Apocalisse (cfr Ap 1,11).
Le mani nei capelli
L’arrivo a Efeso, però, non fu così “tranquillo”, perché il primo incontro fu abbastanza singolare: diciamo che – se non fosse stato ormai calvo per il voto che aveva fatto a Cencre2 – Paolo si sarebbe messo le mani nei capelli dalla disperazione!
La pagina che ascoltiamo oggi, infatti, ci narra di come l’apostolo, incontrò
alcuni discepoli e disse loro: «Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede?». Gli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo».
«Ma che discepoli siete se non avete mai sentito dire che esista lo Spirito Santo?!» – avrà detto.
Serve il Battesimo?
Abbiamo trovato diversi episodi negli Atti in cui la discesa dello Spirito Santo avveniva in modo slegato dal sacramento del Battesimo cristiano, precedendolo,3 ma qui è fondamentale perché i neoconvertiti possano ricevere il dono dello Spirito e i Suoi carismi.
È forse un passaggio redazionale di Luca, necessario a rimarcare la superiorità del Battesimo nel nome di Gesù (un battesimo di Spirito Santo per la remissione dei peccati) rispetto a quello di Giovanni (un battesimo nell’acqua per la penitenza).
Nemmeno per sentito dire?!
Tornando alla risposta da rizza capelli dei neoconvertiti di Efeso («non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo»), credo che – se dovessimo chiedere ad un “cristiano medio” di parlare dello Spirito Santo – probabilmente non riuscirebbe a fare un discorso più lungo di venti secondi.
Un bel problema, se consideriamo il fatto che lo Spirito Santo è il protagonista di tutta la vita sacramentale della Chiesa!
Più attenti al dono che al donatore
A parte l’assenza, oggi, di manifestazioni esteriori vistose (parlare in lingue, profetare…), c’è da domandarsi come mai lo Spirito sia così poco rilevante nella vita e nell’esperienza dei cristiani del nostro tempo… dopo il Concilio se ne parla con più frequenza, ma molto spesso si parla più di “carismi” che non di Colui che ne è la Fonte…
Già: l’uomo contemporaneo, così egoista ed egocentrico, è più attento ai doni (anche spirituali) che non al Donatore.
Che questa settimana in preparazione alla Pentecoste ci sia di aiuto per la conversione.
- «Questo durò per due anni, e così tutti gli abitanti della provincia d’Asia, Giudei e Greci, poterono ascoltare la parola del Signore» (At 19,10); «Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi» (At 30,21). ↩︎
- «A Cencre si era rasato il capo a causa di un voto che aveva fatto» (At 18,18c). ↩︎
- Cfr ad esempio l’episodio di Pietro nella casa di Cornelio (At 10,44-48), ma, già prima, i Samaritani (cfr At 8,14-17). ↩︎