Non ci sia altro vanto che nella croce di Cristo
Omelia per sabato 14 settembre 2024
L’invito di questa festa non è altro che contemplare con gratitudine la Croce di Cristo, che ci ha ottenuto la salvezza e la vittoria.
Letture: Nm 21,4-9; Sal 77 (78); Fil 2,6-11; Gv 3,13-17
Credo di aver già scritto abbastanza in questi giorni sul tema della Croce, a partire dalla fine di agosto (quando abbiamo iniziato a leggere la Prima Lettera ai Corinzi) fino all’omelia che ho pubblicato ieri per la prossima domenica, che ci invita proprio a «prendere la croce» e andare dietro a Gesù.
Niente da esaltare
Sul significato della parola “esaltazione” (al di là dell’origine storica di questa festa, che rimanda al glorioso ritrovamento delle reliquie della Croce da parte di Elena, madre dell’imperatore Costantino), vi rimando a quanto scrivevo l’anno scorso.1
L’unico vanto
Oggi mi permetto solo di invitare tutti a fare proprie le parole dell’apostolo Paolo alla fine della Lettera ai Galati, che ho scelto come titolo di questa piccola riflessione:
Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.
Anche sul tema del “vanto” abbiamo riflettuto nei giorni scorsi, leggendo la Prima Lettera ai Corinzi, e ieri sul tema della “ricompensa”…
- Se c’è da vantarsi, ci possiamo vantare solo di ciò che il Signore ha fatto per noi;
- se vogliamo una ricompensa per il nostro impegno cristiano, questa non è altro che la gioia di predicare il Vangelo di Cristo, morto in croce per noi.
Solo gratitudine e contemplazione
Mettendo insieme tutti questi temi, credo che la festa odierna ci inviti solamente a contemplare la Croce, come hanno fatto tanti Santi prima di noi, lasciando che tutta la gratitudine per l’Amore che Dio ha per noi, tanto da farsi obbediente fino alla morte e a una morte di croce, sgorghi dal nostro cuore.
Lo possiamo fare, ancora una volta, con le parole dell’apostolo, così “penetrato” dal mistero della Croce da dire «non vivo più io, ma Cristo vive in me». Lo diceva conscio del fatto che
il Figlio di Dio, mi ha amato e ha consegnato se stesso per me (cfr Gal 2,20-21).
Chi canta prega due volte
Lo possiamo fare con le parole della Liturgia, trasformate sapientemente in canto dal maestro Marco Frisina:
Nostra gloria è la Croce di Cristo
Qui di seguito il testo:
℟. Nostra gloria è la Croce di Cristo,
in lei la vittoria;
il Signore è la nostra salvezza,
la vita, la risurrezione.
- Non c’è amore più grande
di chi dona la sua vita.
O Croce, tu doni la vita
e splendi di gloria immortale. - O Albero della vita,
che ti innalzi come un vessillo,
tu guidaci verso la meta,
o segno potente di grazia. - Tu insegni ogni sapienza
e confondi ogni stoltezza;
in te contempliamo l’amore,
da te riceviamo la vita.
- Esaltazione della santa… stoltezza e debolezza di Dio, omelia per giovedì 14 settembre 2023. ↩︎