Non può peccare chi è generato da Dio
Essere generati da Dio non ci garantisce di non peccare, ma ci dà la possibilità di ascoltare la Sua Parola seminata in noi e lasciarla crescere ogni giorno.
Omelia per giovedì 4 gennaio 2024
Letture: 1Gv 3,7-10; Sal 97 (98); Gv 1,35-42
C’è un’affermazione nel brano della prima lettura che ci mette in crisi:
Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato… e non può peccare perché è stato generato da Dio.
Come la mettiamo? Tutti noi siamo peccatori, ogni giorno, nonostante i nostri sforzi e buoni propositi…
Di chi siamo figli?
Quindi, non saremmo stati generati da Dio? Non saremmo Suoi figli? Ad andare avanti con la lettura sembrerebbe così:
In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, e neppure lo è chi non ama il suo fratello.
Prima ancora, all’inizio del brano, le parole sono ancora più dure e inequivocabili:
Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché da principio il diavolo è peccatore.
Tutti noi, poveri peccatori, saremmo dunque «figli del diavolo»? Che orrore!
Cerchiamo di capire
Cerchiamo di leggere in modo più approfondito il discorso dell’apostolo Giovanni, e raccogliamo l’invito con cui apre questo brano:
Figlioli, nessuno v’inganni.
Non facciamoci ingannare: il diavolo cerca in tutti i modi non solo di farci peccare, ma anche di scoraggiarci ogni volta che facciamo esperienza del nostro peccato.
Dio, invece, ci ricorda che – nonostante le nostre fragilità – siamo e rimarremo per sempre Suoi figli, per la Grazia ricevuta nel Battesimo:
Chiunque è stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino rimane in lui…
Questo «germe divino» che Dio ha seminato in noi il giorno del nostro Battesimo non può essere estirpato e ci dona la grazia di vivere come figli Suoi, e di rialzarci dopo ogni nostra caduta, facendo ritorno a Lui e invocando la Sua misericordia.
Quale parola ascoltiamo?
Ovviamente la capacità di non peccare non è una cosa automatica e scontata, ma dipende dal nostro impegno a far fruttificare questo germe, a far sì che trovi in noi terreno buono in cui crescere e portare frutto: «il trenta, il sessanta, il cento per uno» (cfr Mc 4,8).
Non dobbiamo dimenticare che il nostro modo di essere e di vivere è sempre “generato” da una parola.
Quando ci mettiamo in ascolto del Verbo di Dio (che è Gesù Cristo), lasciandoci prendere per mano dal Maestro, la nostra vita segue le vie della giustizia:
Chi pratica la giustizia è giusto com’egli [Gesù] è giusto.
Quando invece la parola che ascoltiamo è quella del diavolo, la cui incessante attività consiste nel dividere ciò che Dio ha unito, la nostra esistenza assume inesorabilmente la forma del peccato.
Possiamo non peccare
E non dimentichiamo che in questa lotta quotidiana non siamo soli, perché non c’è in campo solo la nostra buona volontà, ma Dio stesso, che si è fatto uomo per salvarci, come ricordavo nella riflessioni di ieri:
Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo.
Ogni giorno abbiamo la possibilità di non peccare, se ci lasciamo salvare da Lui, se ascoltiamo la Sua Parola e gli permettiamo di distruggere in noi tutto ciò che non è stato seminato da Lui ma dal diavolo.