Non siate come i pagani

Non siate come i pagani!
Omelia per giovedì 19 giugno 2025

Mentre i pagani cercano di convincere gli dèi con furbizia, convinti che siano cattivi e non vogliano il bene degli uomini, i credenti sanno che Dio è un Padre.

Letture: 2Cor 11,1-11; Sal 110 (111); Mt 6,7-15

Ho commentato diverse volte questo brano di vangelo,1 anche perché ricorre spesso nel Lezionario, ma vi lascio ancora alcuni pensieri, soffermandomi, in particolare, sulla figura dei pagani, che Gesù addita come cattivo esempio da non imitare:

«i pagani… credono di venire ascoltati a forza di parole».

Non è questione di parole

Non è solo una questione di logorrea: Gesù non sta squalificando il numero delle parole che si dicono, altrimenti il Santo Rosario sarebbe uno dei primi “incriminati”!2

D’altronde, come ascolteremo quest’anno (dato che è uno dei temi prediletti di Luca), è Gesù stesso a presentare come modello di preghiera l’insistenza della vedova molesta col giudice disonesto o dell’amico importuno che arriva a disturbarti durante la notte (cfr Lc 18,1-8 e Lc 11,5-13).

“Giocare” con Dio

Ciò che differenzia l’atteggiamento dei pagani rispetto agli esempi positivi di insistenza indicati da Gesù nelle Sue parabole, è la convinzione che sia l’abbondanza delle parole a rendere efficace la preghiera.

Il paganesimo si fonda su un tipo di rapporto “malato” con la divinità: credere che sia una sorta di “gioco” o di “trattativa”, dove chi è più convincente o furbo o petulante l’ha vinta sull’altro, o – peggio – su un sottile ricatto:

«siccome io ti ho dedicato tanto tempo, soldi, preghiere, sacrifici, etc…. tu mi devi esaudire in ciò che ti chiedo».

Entrare nella dinamica dell’Amore

Dicendoci che il Padre nostro sa di quali cose abbiamo bisogno prima ancora che gliele chiediamo, Gesù ci invita ad uscire da una logica “commerciale” per entrare in una dinamica d’amore: la dinamica Padre-figlio, appunto.

Tra due innamorati non serve alcuna parola per comunicare l’intensità dell’amore: bastano gli sguardi e i gesti.

Ma è anche vero che un bambino che stravede per il suo papà lo tempesta di parole quando torna da scuola e gli vuole raccontare qualcosa di bello che gli è capitato, oppure tempesta la mamma di «ti prego!» perché sa perfettamente che lei gli vuole così bene che alla fine non resisterà ai suoi occhioni dolci, e acconsentirà alle sue richieste.

Pagani vs credenti

Schematicamente:

  • i pagani cercano di convincere gli dèi con furbizia, dando per scontato che le divinità siano cattive e non vogliano il bene degli uomini;
  • i veri credenti, al contrario, “insistono” con Dio, ben sapendo che Lui ci ama, e possiamo sempre sperare di ottenere tutto da Lui, anche quello che non ci meritano affatto.

Prima di iniziare a pregare…

Perciò, prima di metterci a pregare, “disattiviamo” il pagano nascosto dentro di noi, e ricordiamoci che stiamo parlando con un Padre che ci ama infinitamente e non abbiamo assolutamente bisogno di convincerlo a volerci bene.

  1. Cfr Non sprecate parole. Imparare a pregare – Omelia per giovedì 16 giugno 2022; Quando pregate, dite “Padre” – omelia per martedì 11 marzo 2025.
  2. Così anche la pratica ascetica dell’Esicasmo, o “preghiera del cuore”, diffusa tra i monaci dell’Oriente Cristiano, che consiste nella ripetizione incessante della stessa formula, secondo il ritmo del respiro.