Parola di Dio è la nostra vita, se la leggiamo con fede

Parola di Dio è anche la nostra vita quotidiana

Parola di Dio non sono solo le pagine della Sacra Scrittura, ma tutta la nostra vita quotidiana e ordinaria, se la sappiamo leggere con fede.

Omelia per martedì 6 giugno 2023

Letture: Tb 2,9-14; Sal 111 (112); Mc 12,13-17

Prendo l’occasione dalla paginetta della prima lettura di oggi per ribadire un concetto che dico spesso: la Bibbia non termina con l’ultimo versetto dell’Apocalisse, ma continua ad essere scritta – giorno per giorno – da allora fino ai nostri giorni.

La Bibbia del quotidiano

Facciamo sempre l’errore di pensare che la Sacra Scrittura racconti eventi “mitici” o unici, persi nei tempi passati, distanti mille miglia dalla nostra quotidianità, ma non è così.

La pagina di oggi ne è la dimostrazione lampante, perché – dopo aver raccontato un bisticcio famigliare del tutto ordinario tra un marito e una moglie, declamiamo – come sempre – l’espressione “Parola di Dio”.

Il contesto

Tobi è un uomo di grande fede, timorato di Dio, che è capace di mettere a repentaglio la propria vita temendo più la Legge del Signore che le disposizioni degli uomini.

È capace di grandi atti di carità, di elemosina, e compie le cosiddette opere di misericordia, come abbiamo ascoltato ieri e all’inizio del brano odierno.

Eppure la sua fede – che rimane salda pur se messa duramente alla prova dall’esilio e ora da questa sventura del rimanere cieco – rischia di essere troppo scrupolosa e pedante, al punto da diventare ossessivo nei confronti della moglie e di perdere la fiducia in lei.

La moglie, devota e grande lavoratrice, di fronte alla pedanteria “farisaica” del marito, si spazientisce e arriva a rispondere con insolenza, inveendo anche contro la religiosità in generale e gli atteggiamenti sinceri di Tobi:

«Dove sono le tue elemosine? Dove sono le tue buone opere? Ecco, lo si vede bene da come sei ridotto!»

A che serve credere?

Ricorda molto la parola della moglie di Giobbe:

«Rimani ancora saldo nella tua integrità? Maledici Dio e muori!» (cfr Gb 2,8-10)

È quello che capita anche a noi, quando – presi dall’esasperazione, dal constatare che la cattiva sorte sembra abbattersi sempre sulla stessa famiglia, sulle stesse persone che già soffrono – ci viene da chiederci: «ma allora a cosa serve credere, andare a Messa, pregare il Rosario, fare l’elemosina, vivere da buon cristiano, se capitano tutte a me?»

È l’errore di pensare ad un rapporto diretto di causa-effetto tra la nostra rettitudine nella fede e le “grazie” che Dio dovrebbe concedere alla nostra vita, o – quantomeno – il tenerci alla larga dalle sventure.

Oggi come allora?

Ebbene, queste cose succedevano e sono sempre successe: sono storia degli uomini ed è storia di Dio… è Parola di Dio.

La Scrittura è piena di questo dilemma: perché il giusto soffre ed è perseguitato e invece il malvagio prospera?

È il tema di molti Salmi, e di molti altri libri, tra tutti quello di Giobbe.

L’unica differenza rispetto ad allora, è che noi non siamo più capaci di capire che in queste faccende, fatte di quotidianità ed eventi straordinari, si scrive ancora la Parola di Dio e che esse compongono la Storia della Salvezza.

Parola di Dio è…

Per gli autori sacri “Parola di Dio” non è solo il racconto della Creazione, ma anche quello delle invidie e gelosie tra fratelli (Caino e Abele, Giacobbe ed Esaù: cfr Gen 4,1-16 e Gen 25,29-34), di sotterfugi e furbizie, di adulteri e omicidi…

Parola di Dio è il lungo elenco della genealogia di Gesù (cfr Mt 1,1-17), che rimanda – sottotraccia – a tutte le porcherie possibili di cui l’uomo è capace nella sua esistenza spesso aggrovigliata, compromessa e segnata dal peccato, come ricordavo in una riflessione qualche anno fa… perché Dio non ha paura di “sporcarsi le mani”.

Parola di Dio è il litigio tra Paolo e Pietro (cfr Gal 2,11-14)… L’elenco sarebbe infinito.

Quel che è di Dio

Ecco che la pagina di vangelo di oggi ci viene in aiuto: la risposta sapiente di Gesù sul dovere di pagare il tributo a Cesare non è affatto da interpretare come un invito a separare nettamente l’ambito religioso da quello politico-sociale, ma a capire che se il denaro porta l’immagine e l’iscrizione dell’Imperatore, tutto il mondo – e in particolare l’uomo – porta impressa l’immagine di Dio, suo Creatore.

Se impariamo a leggere la nostra vita con fede tutto diventa Parola di Dio, tutto può essere scritto nella Storia della Salvezza, perché – come dice l’apostolo Paolo:

tutto è vostro… Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio (cfr 1Cor 3,21-23).