Pecore, colombe, e altri animali che fuggono

Pecore. colombe e...
Omelia per venerdì 12 luglio 2024

Cos’hanno in comune le pecore, le colombe e i serpenti? Sono tutti animali che non attaccano, ma fuggono. Così dev’essere il discepolo.

Letture: Os 14,2-10; Sal 50 (51); Mt 10,16-23

Due anni fa ho messo a confronto le due diverse raccomandazioni di Osea (nella Prima Lettura) e di Gesù (nel vangelo) sul preparare o no l’arringa di difesa.

Uno “zoo” variegato

Quest’anno, rimanendo sul brano di vangelo, vorrei soffermarmi brevissimamente sullo “zoo” che Gesù ci illustra come esempio di comportamento dei discepoli del Vangelo.

A un primo sguardo, pecore, colombe e serpenti sembrano avere gran poco in comune: le prime sono mammiferi quadrupedi, le seconde sono ovipari volatili e i terzi sono rettili invertebrati.

Pecore, colombe e serpenti

Anche Gesù sembra indicare tre qualità diverse per ciascuno di essi:

  • delle pecore non dice nulla ma, il fatto che siano mandate in mezzo ai lupi suggerisce la paura,
  • delle colombe indica la semplicità,
  • dei serpenti la prudenza.

Cosa hanno in comune?

In realtà, tutte e tre queste specie hanno in comune l’essere animali che non attaccano, ma fuggono davanti al minimo sentore di pericolo.

Non sono animali violenti né predatori (almeno, non nell’accezione dei grandi predatori), ma quasi sempre preda di qualcun altro.

È questa la caratteristica comune che Gesù chiede ai Suoi discepoli di avere quando li manda ad annunciare il Vangelo: non andare nel mondo ad attaccare, nemmeno per difendersi, ma piuttosto, fuggire:

«Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra».

Non una fuga dalla realtà

Ben inteso: Gesù non ci chiede di essere paurosi a prescindere e di darcela a gambe in ogni situazione, ma di avere come unica “arma di difesa” la desistenza e la nonviolenza: è questa la più grande testimonianza dell’essere discepoli del Crocifisso Risorto.

Ma noi siamo lupi

Sarà perché, invece, noi siamo più dei lupi (o ci atteggiamo a leoni) nel nostro essere “cristiani” che nessuno intravede più dietro di noi il volto del Maestro e più nessuno ci ascolta si mette in cammino con noi?

C’è di che meditare…