Per grazia siamo salvati

Per grazia siamo salvati
Omelia per lunedì 21 ottobre 2024

Se siamo vivi è solo per grazia: nessuno si può salvare da solo! Di questo dobbiamo prendere coscienza, o non capiremo mai la misericordia divina.

Letture: Ef 2,1-10; Sal 99 (100); Lc 12,13-21

Dopo la pausa domenicale, nella Prima Lettura, riprendiamo l’ascolto ininterrotto della Lettera agli Efesini, entrando nel secondo capitolo dello scritto.

Dalla morte alla vita

Il brano di oggi è uno strepitoso quadro in chiaroscuro: da una parte la morte a causa del peccato, dall’altra la vita ridonata per grazia in Cristo.

Sembrava tutto perduto

La prima parte è introdotta da eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati; in questo voi, che raggruppa i pagani, l’apostolo aggiunge subito anche se stesso e tutti i Giudei:

anche tutti noi… eravamo per natura meritevoli d’ira, come gli altri.

Questa prima parte oscura e tenebrosa, dalla quale umanamente non ci sarebbe scampo, è però decritta al passato, lasciando presagire che è avvenuto un cambiamento di rotta.

Ma Dio ci ha salvati

Tale cambiamento inaspettato e radicale è introdotto da un decisivo «Ma»:

Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo.

È una svolta totale, una trasformazione radicale, che solo Dio poteva operare, per misericordia, per amore, per grazia.

Per grazia!

Quel «per grazia siete salvati» (che ritorna ben due volte nel giro di pochi versetti) racchiude il mistero della vita nuova del discepolo; Paolo lo ribadisce ancora con forza:

Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene.

Questa grazia di cui parla in modo accorato è ciò che lui per primo ha sperimentato nella sua vita:

Ultimo fra tutti [Cristo risorto] apparve anche a me… Io infatti… non sono degno di essere chiamato apostolo… Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana (cfr 1Cor 15,8-10).

Non ci si salva da soli

Dobbiamo fare tesoro di questa stupenda e suggestiva catechesi, perché parla di noi, non di altri!

L’uomo, nella sua fragilità e dipendenza connaturale dal peccato, è come un poveretto incapace di nuotare che cadesse in mare aperto: non potrebbe mai salvarsi da solo!

È l’esperienza che ha fatto l’apostolo Pietro dopo aver tentato di camminare sulle acque quando,

cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!» (cfr Mt 14,22-33)

Di questo dobbiamo prendere coscienza, altrimenti la misericordia di Dio resta tutt’al più un simpatico pensierino, una parola di cui ci riempiamo la bocca in modo insulso.

La “grazia” di peccare

Che a nessuno venga in mente di pensare di non aver bisogno della grazia, dell’amore e della misericordia di Dio!

Ai tanti penitenti che arrivano con questo atteggiamento spocchioso e la nonchalance di chi si ritiene un santo auguro sempre che il buon Dio “conceda” la “grazia” di fare un grosso peccato, che finalmente li aiuti a prendere coscienza della propria morte e li renda partecipi di questa esperienza:

Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati.