Perciò così dice il Signore
Omelia per sabato 20 luglio 2024
Per quanto Dio sia misericordioso e conceda a tutti di pentirsi, non ci si può prendere gioco di Lui in eterno, perciò la Sua giustizia sarà inesorabile.
Letture: Mi 2,1-5; Sal 9 (10); Mt 12,14-21
Oggi il Lezionario, nella Prima Lettura, inizia a proporci l’ascolto del profeta Michea, un altro dei Profeti minori dell’Antico Testamento.
Il nome di questo profeta contiene già tutto il programma e il “succo” della sua predicazione: nella sua forma più lunga, Micaiahu, viene comunemente tradotto con «Chi è come Yahweh?» (ed è assimilabile all’altro nome ebraico Mychaèl, ovvero: «chi è come Dio?»).1
Guai ai prepotenti!
Un forte senso di solidarietà con le classi più umili (da cui egli stesso proviene) e un ardente spirito religioso fanno di Michea un coraggioso difensore degli oppressi.
Alle trame dei ricchi prepotenti (che meditano l’iniquità e tramano il male sui loro giacigli) il profeta contrappone la “trama” di Jaweh:
«Ecco, io medito contro questa genìa
una sciagura da cui non potranno sottrarre il collo…»
Con tutta probabilità, Michea allude a quei ricchi possidenti che si erano approfittati riacquistando a prezzo misero dagli invasori Assiri e Babilonesi le terre che erano state confiscate ai poveri.
che vivono senza Dio
La sete di denaro è capace di portare l’uomo a passar sopra a tutti i sentimenti e a vivere senza alcun senso di pietà e compassione, come se Dio non esistesse; lo esprime bene l’autore del Salmo Responsoriale:
Il malvagio si vanta dei suoi desideri,
l’avido benedice se stesso.
Nel suo orgoglio il malvagio disprezza il Signore:
«Dio non ne chiede conto, non esiste!»;
questo è tutto il suo pensiero.
Guai ai finti cristiani
Di ingiustizie e cattiverie di questo tipo il mondo è pieno fin da quando esiste, ma il danno più grande è che a perpetrarle siano spesso non solo atei o agnostici, privi di qualsiasi riferimento morale, ma persone che si definiscono “cristiane”, che ostentano la loro presenza tutte le domeniche alla Messa.
Hanno ragione quelle persone che dicono che i cristiani sono i peggiori di tutti, perché si comportano esattamente al contrario di quanto vanno predicando in chiesa.
Che fare?
Perciò, la prima cosa che possiamo fare noi, discepoli del Risorto, è estirpare dalla nostra vita qualsiasi atteggiamento di sopruso, anche il più piccolo: non possiamo protestare contro le ingiustizie del mondo se noi per primi non ne siamo scevri.
La seconda cosa che possiamo e dobbiamo fare (dopo aver “ripulito” la nostra vita) è denunciare ogni ingiustizia che si para davanti ai nostri occhi, facendoci voce dei miseri e dei poveri, non solo pregando con loro le parole dei Salmi di invocazione (come quello proposto oggi dal Lezionario), ma anche innalzando una protesta pacifica e nonviolenta nei confronti delle Istituzioni, nazionali e internazionali.
Attendere quel «perciò»
Infine, sempre perché crediamo nella giustizia di Dio e nel Suo non essere indifferente alle sofferenze dei poveri, dobbiamo attendere con pazienza e fiducia il compimento di quelle promesse che anche il testo odierno di Michea ci fa ascoltare:
Perciò così dice il Signore:
«Ecco, io medito contro questa genìa
una sciagura da cui non potranno sottrarre il collo
e non andranno più a testa alta,
perché sarà un tempo di calamità.In quel tempo…
ad altri egli passa l’eredità del mio popolo…Perciò non ci sarà nessuno
che tiri a sorte per te,
quando si farà la distribuzione
durante l’assemblea del Signore».
Il Signore chiede ai Suoi piccoli di pazientare e confidare in Lui, ma promette loro che avranno vendetta e giustizia (cfr Ap 6,9-17).
Lo conferma Gesù
Non è solo il Dio dell’Antico Testamento che promette questo ribaltamento di situazione: Gesù stesso (che ci ha insegnato a conoscere il volto misericordioso del Padre) conferma che – per quanto Dio conceda a tutti il tempo di convertirsi, pentirsi e rimediare ai propri peccati – non ci si può illudere di sfuggire alla Sua giustizia in eterno.
Il male (e chi l’ha commesso senza mai pentirsene) non rimarrà impunito in eterno, perché ciò negherebbe l’essenza stessa di Dio.
Il male non rimane impunito
Quel «perciò», che è la irrimediabile conseguenza dell’insolente e indolente rifiuto dell’uomo a convertirsi, si avvererà inesorabilmente nel giorno del giudizio:2
«Perciò chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia… essa cadde e la sua rovina fu grande» (cfr Mt 7,21-27).
«Perciò… chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli» (cfr Mt 10,32-33).
«Perciò io vi dico… la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata» (cfr Mt 12,24.31-32).
«Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti» (cfr Mt 21,33-44).
- Sulla pretesa dell’uomo di essere come Dio e di credere che Dio non sia altro che una sorta di uomo, solamente un po’ più potente, vi rimando alla riflessione che ho scritto come omelia per il lunedì 18 luglio 2022: Forse credevi che io fossi come te! ↩︎
- «E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna» (cfr Mt 25,31-36). ↩︎