Pieno di fede e di Spirito Santo

Pieno di Spirito Santo

Chi è pieno di sé non può accogliere lo Spirito Santo e gli altri doni di grazia che il Signore ci vuole fare. Svuotiamoci, come Stefano, per accoglierli.

Omelia per lunedì 15 aprile 2024

Letture: At 6,8-15; Sal 118 (119); Gv 6,22-29

Oggi e domani la Prima Lettura ci fa ascoltare la vicenda di Stefano, primo diacono e primo martire dalla storia della Chiesa.

Perfetta imitazione di Cristo

Egli realizza nella sua vita la perfetta imitazione di Cristo: nella predicazione, nei miracoli, nel processo-farsa davanti al Sinedrio, nella morte violenta.

La sua vicenda non è altro che la vicenda di Cristo che continua nella vita della Chiesa, secondo quanto Gesù stesso aveva preannunciato:

«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me… Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (cfr Gv 15,18-21).

Avrete forza dallo Spirito Santo

Stefano può ripercorrere in tutto i passi di Cristo, non perché sia coraggioso, sfrontato o pieno di sé, ma perché ha accolto in sé il dono dello Spirito, quel dono che il Risorto aveva promesso il giorno dell’Ascensione:

«riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra» (At 1,8).

Già durante il Suo ministero Gesù aveva istruito così i Suoi discepoli su come comportarsi nel momento della prova:

«Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire» (cfr Lc 12,11-12).

Stefano farà proprio così, ma lo ascolteremo domani.

Pieno di Spirito Santo

Quello che vorrei sottolineare oggi di Stefano è il suo essere un “recipiente vuoto”, pronto a lasciarsi riempire dalla grazia di Dio. Scorrendo i due capitoli degli Atti che parlano di lui, infatti, possiamo trovare per tre volte l’espressione «pieno di»:

  1. la prima è quando il suo nome viene elencato per primo tra i sette scelti per il servizio alle mense: «scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo» (At 6,5);
  2. la seconda è quella del brano odierno: «Stefano intanto, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo» (At 6,8);
  3. la terza (nel brano che ascolteremo domani), alla fine del suo discorso nel Sinedrio: «Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio» (At 7,55).

Svuotarsi per lasciarsi riempire

Un giorno, un saggio sacerdote che ho avuto l’onore di affiancare nel ministero fuori diocesi, scelse come frase-guida dell’anno pastorale queste parole:

È il vuoto che attira il pieno.

Parole davvero sagge, che fanno riflettere su come sia necessario svuotarsi del proprio “io” per accogliere in sé i doni che il Signore ci vuole elargire e di cui abbiamo assoluto bisogno, a partire dallo Spirito Santo.

È proprio perché Stefano, nell’umiltà, ha rinunciato ad essere “pieno di sé” che ha potuto lasciarsi riempire «di fede e di Spirito Santo… di grazia e di potenza».

Quante persone, invece, nel nostro mondo (anche nella Chiesa), si ritengono forti, potenti e importanti perché tracotanti e con un “io” debordante!