Prima Cristo, che è la primizia. Assunzione della Beata Vergine Maria
Omelia per giovedì 15 agosto 2024
Se Cristo è la primizia dei morti che sono risorti, Maria viene subito dopo. E dopo di lei siamo invitati a credere di essere chiamati pure noi!
Letture: Ap 11,19; 12,1-6.10; Sal 44 (45); 1Cor 15,20-26; Lc 1,39-56 (Messa del giorno)
Ho già parlato cinque anni fa del tema della risurrezione (in particolare della risurrezione della carne), ma credo ci sia bisogno ancora una volta di cogliere l’occasione di questa solennità per farci istruire dalla Parola e dal mistero che festeggiamo e contempliamo: Maria Santissima, “viva e vegeta” in Cielo, in anima e corpo.
Troppi dubbi
Sì, perché incontro troppi cristiani che esprimono dubbi (quando non scetticismo e incredulità), non solo sulla risurrezione finale del nostro corpo, ma proprio sulla risurrezione e la vita eterna in sé!
Ma allora – mi chiedo – chi state pregando quando recitate Rosari su Rosari?
O quando “tirate giù i Santi dal cielo” perché vi concedano qualche grazia?
O i vostri cari defunti perché vi proteggano?
Solo dei fantasmi?!
Siamo solo dei disperati?
Se non crediamo nella vita eterna siamo solo dei poveri disperati, come dice l’apostolo Paolo nei versetti immediatamente precedenti a quelli che ascoltiamo oggi nella Seconda Lettura:
come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti? …Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e… siamo da commiserare più di tutti gli uomini (cfr 1Cor 15,12-19).
Maria ci chiede di credere
Noi cristiani, invece, siamo discepoli del Risorto, perciò preghiamo Maria e le chiediamo di intercedere per noi: perché crediamo che ella vive gloriosa in Cielo! Deve essere così!
Ma lei – da parte sua – ci chiede di fidarci del figlio suo, che – come abbiamo ascoltato domenica scorsa – ci ha detto: «chi crede ha la vita eterna».
Un quadro grandioso
Proprio in questa fede salda, Paolo dipinge un affresco grandioso alla fine della sua Prima Lettera ai Corinzi, in cui appaiono, anzitutto, due figure: Adamo e Cristo.
In Adamo (che in ebraico significa “uomo terreno”), ci rispecchiamo tutti: con la nostra miseria, col marchio della morte in fronte, col peso delle nostre colpe.
Dall’altro lato, invece, Cristo risorto ha in sé tutti i tratti dell’umanità, ma anche tutta la gloria della divinità: Egli irradia la Sua vita divina ed eterna in tutti i figli di Adamo che, con l’incarnazione, sono divenuti Suoi fratelli.
La primizia dei risorti
Questa irradiazione trasformatrice è rappresentata dall’Apostolo con un simbolo, quello della primizia.1
Cristo è la primizia dei morti che sono risorti: è Lui che ha aperto per primo la tomba alla vita, che ha fecondato di eternità il sepolcro, che ha reso la morte non un baratro di polvere e di tenebra, ma la soglia aperta verso la luce e la gloria.
Cristo è la primizia della stagione pasquale, a cui tutti partecipiamo.
C’è un nemico da sconfiggere
Usando il linguaggio della tradizione giudaica, Paolo parla di Principati, Potenze e Forze, una triade di realtà negative che tormentano e sconvolgono la storia umana: sono i nemici che Cristo sconfiggerà definitivamente.
Ma c’è ancora un avversario, un nemico decisivo da annientare: la morte.
La morte è già stata sconfitta da Cristo, ma essa continua a regnare nei nostri cuori, appunto quando non crediamo nella forza della Pasqua, quando dubitiamo del potere di Cristo di porre ogni cosa sotto i Suoi piedi.
La nuova Eva
Se il quadro presentato da Paolo nella Seconda Lettura ruota attorno alla contrapposizione tra Adamo e Cristo, la Liturgia di oggi ci invita a vedere, sullo sfondo, le figure di Eva e Maria.
Infatti, se Cristo è la primizia dei risorti, subito dopo viene Maria:
prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.
Chi, più di lei, è «di Cristo»?
E, dietro a lei, ognuno di noi, «ognuno al suo posto».
Chiediamo questo oggi, alla nostra Madre Celeste: di credere che – con lei e come lei – in Cristo tutti riceveranno la vita, anche noi!
- Nella religione ebraica, il primo frutto del grembo, il primogenito, e i primi prodotti della terra nell’antico Israele erano offerti a Dio perché Egli li moltiplicasse poi in una famiglia feconda di figli e in un raccolto abbondante. ↩︎