Sapienza o stoltezza?

La sapienza della Croce
Omelia per venerdì 30 agosto 2024

La sapienza della Croce illumina le tenebre del dolore dal di dentro: Dio non spiega la sofferenza, ma la prende su di Sé, e così la annienta.

Letture: 1Cor 1,17-25; Sal 32 (33); Mt 25,1-13

Ieri il Lezionario ha cominciato a proporci come Prima Lettura brani della Prima Lettera di san Paolo ai Corinzi, che ci terrà compagnia per un bel po’.

La puntata persa

Il primo testo (che non abbiamo ascoltato, avendo celebrato la memoria del martirio di san Giovanni Battista, che ha letture proprie) era composto dai primi nove versetti, ovvero il saluto iniziale, tipico dell’apostolo (cfr 1Cor 1,1-9).

La scelta di saltare i versetti 10-16 è strana, perché contiene uno dei motivi dello scritto: la preoccupazione di Paolo per le divisioni e le discordie tra i credenti di Corinto.

Sapienza umana

Il testo stupendo che ascoltiamo e meditiamo oggi è basato sull’antitesi rigorosa tra sapienza del mondo (che è stoltezza agli occhi di Dio) e sapienza divina (che è follia secondo gli schemi degli uomini).

La sapienza umana, nella sua capacità, ha fallito, perché ha ricusato di riconoscere il Creatore, manifestatosi nel Creato (cfr Rm 1,19-23); perciò, Dio – nelle Sue vie misteriose di sapienza – intende salvare gli uomini mediante la Croce, che è negazione totale di ogni pretesa di orgoglio umano.

Stoltezza divina

A sua volta, la predicazione di Paolo, incentrata sulla Croce, è contemporaneamente manifestazione della stoltezza e debolezza umane e della sapienza e potenza di Dio.

La Croce non è negazione dell’uomo e del suo desiderio di felicità, ma della sua folle e orgogliosa pretesa di fare a meno di Dio, di essere capace di salvarsi da solo.

Il credente conosce la notte

Paolo ha il coraggio di dire alla comunità di Corinto che il cristiano non deve cercare troppi segni.

Per credere non è necessaria la saggezza umana, anzi: il cristiano conosce lo spessore della notte, e sa che non è l’intelligenza a salvare l’uomo nel momento della prova e della sofferenza, nemmeno i sistemi più raffinati di pensiero.

La Croce illumina dal di dentro

Per coloro che sono chiamati, per quelli che si salvano, la verità di Dio è Cristo crocifisso, realtà concreta di sofferenza e di sangue.

La Croce illumina le tenebre del dolore dal di dentro: Dio non spiega la sofferenza e il non senso del dolore innocente, ma li prende su di Sé, li fa Suoi, così li annienta.

Perciò, guardando la Croce, in modo del tutto inspiegabile e misterioso, più le tenebre si infittiscono e il cuore sanguina per la solitudine e il dolore, e più il cristiano scopre la gioia del credere.