«Se… allora». Sabato dopo le Ceneri

«Se... allora...»

Dio ci mette di fronte il bene e il male e ci fa il grande dono-compito della libertà. Tutto è racchiuso in un «se»: sta a noi scegliere.

Omelia per sabato 17 febbraio 2024

Letture: Is 58,9b-14; Sal 85 (86); Lc 5,27-32

Il brano che ascoltiamo come Prima Lettura è la continuazione di quello meditato ieri: la tematica è ancora la condanna di una religiosità troppo esteriore e la raccomandazione di andare in profondità, fino al cuore.

Sei «se» e due «allora»

Il testo si divide in due parti, entrambe articolate attorno a tre «se…» seguite da un «allora…»:

  • la prima metà (vv. 9b-12) è centrata ancora sulla ricerca della giustizia e della carità verso i poveri e gli oppressi;
  • la seconda (vv. 13-14), invece, sul rispetto del precetto del sabato.

Le conseguenze delle scelte

Questo modo di costruire il testo non sottende un ricatto da parte di Dio («se fai come dico io, allora ti darò il contentino»), ma ricalca il linguaggio sapienziale:1 un padre educa il figlio che non ha esperienza mettendo davanti a lui il bene e il male e invitandolo a scegliere il bene.

Il modo (seppur con argomenti diversi) è un po’ quello del brano del Deuteronomio che ascoltavamo l’altro ieri:

«io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male...

se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti certo perirete…

…io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza»

Il succo è che l’uomo è libero di scegliere, ma da ogni scelta scaturisce un risultato ben preciso e ogni decisione ha una sua conseguenza.

Dio si fida di noi

Oltre alla cura che Dio ha nei confronti dei Suoi figli (insegnando loro le vie del bene), si evince chiaramente il Suo grande atto di fiducia nel mettere nelle mani dell’uomo l’immenso dono-compito della libertà, racchiusa proprio in quel «se».

Dio non ci obbliga: ci mostra qual è la via del bene, ma poi si mette in attesa della nostra libera risposta; proprio come Gesù quando dice:

«Se qualcuno vuole venire dietro a me…» (cfr Mt 16,24).

Il vero sabato

Come dicevo, la parte finale del capitolo è dedicata al precetto del sabato ma, anche qui, come nella prima parte ascoltata ieri (dove si chiariva il vero significato del digiuno),2 il profeta intende chiarire il modo autentico di intendere il sabato.

Il sabato non è solo un comandamento, un insieme di norme da rispettare: come il digiuno è uno svuotarsi di sé per accorgersi dei bisogni degli altri, così il vero sabato è rinunciare volentieri3 a sbrigare affari e contrattare, così da trovare il tempo per il Signore e per i fratelli.

Sostanzialmente, anche il sabato – come il digiuno – è onorato se si toglie di mezzo il proprio “io” e i propri interessi, per mettere al centro Dio e il prossimo.


La strada è tracciata chiaramente davanti a noi: se vogliamo seguirla…

  1. Cfr Pr 1,8-19;2,1-22. ↩︎
  2. Cfr Is 58,3b-7. ↩︎
  3. «se chiamerai il sabato “delizia”» (Is 58,13c). ↩︎