
Prendere o lasciare? Solennità di san Giuseppe
Come a Giuseppe, anche a noi Dio chiede non di lasciar fare a Lui, ma di prendere in mano la nostra vita e aiutarlo a realizzare i Suoi disegni d’Amore.
Contenuti che riguardano l’argomento “accoglienza”
Come a Giuseppe, anche a noi Dio chiede non di lasciar fare a Lui, ma di prendere in mano la nostra vita e aiutarlo a realizzare i Suoi disegni d’Amore.
L’apertura della Porta Santa in questo ennesimo Giubileo ci ricorda che siamo noi a dover aprire il nostro cuore per accogliere l’Amore di Dio.
Non siamo noi a preparare una casa per accogliere il Signore: è Lui che ci accoglie a braccia aperte nella Sua casa!
Con l’aiuto dello Spirito il nostro intimo deve farsi grembo accogliente per la Parola di Dio, per dare un corpo a Cristo e portarlo ai fratelli.
Anche noi come Manòach dobbiamo pregare così: «Signore, l’angelo mandato da Te venga di nuovo da noi e c’insegni quello che dobbiamo fare».
Anche la Chiesa, purtroppo, è piena di “mai contenti”, di criticoni che rifiutano il Bene dando più importanza alle apparenze e all’esteriorità.
Andrea portava un nome greco e veniva da una terra cosmopolita, ma non è questo che ha fatto di lui l’uomo aperto e generoso che dobbiamo imitare.
Non si può accogliere la verità del Vangelo se non si vive la carità e l’accoglienza verso i fratelli, specialmente quelli che annunciano la Parola.
Le membra da amputare dal corpo della Chiesa sono gli atteggiamenti anti-inclusivi, che impediscono ai semplici di incontrare Cristo.
La cultura dello scarto mette in disparte gli ultimi; il Figlio di Dio, invece, li prende in disparte per entrare in comunione profonda con loro.