Chi crede nel Signore Gesù è salvato
Credere nel Signore Gesù è la condizione essenziale per accedere alla salvezza… ma sembra che la Chiesa di oggi se ne sia dimenticata.
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Credere nel Signore Gesù è la condizione essenziale per accedere alla salvezza… ma sembra che la Chiesa di oggi se ne sia dimenticata.
Se Dio non pone limiti o barriere alla Sua misericordia e al Suo Amore, dovremmo forse imporli noi? Eppure quante volte è accaduto e accade!
Quando Maria si proclama «la serva del Signore» ha certamente nel cuore l’immagine del Servo di Jahvè: è quello il modello che vuole seguire.
Nell’Epifania il Signore si mostra come il Dio di tutti i popoli, non di qualcuno a esclusione di qualcun altro. È ora che la smettiamo di dire «il nostro Dio».
Per rimanere uniti al Padre e al Figlio occorre che noi permettiamo a Dio di rimanere in noi, che lo accogliamo e gli facciamo spazio ogni giorno dentro di noi.
Non si tratta di chiedersi come sarà questo Natale, ma di capire cosa possiamo e dobbiamo fare per essere pronti a viverlo bene. Andiamo a scuola da Maria.
Oggi alla Messa bisognerebbe dire «Beati gli invitati che non rifiutano l’invito alla Cena dell’Agnello». Ma spesso è la Chiesa che ha generato questo rifiuto.
Se vogliamo cristiani (e quindi attrattivi nella fede), dobbiamo girarci “dal verso giusto”, quello dell’Amore accogliente di Cristo per ogni uomo.
La città che ha in mente Dio è senza mura, perché tutte le nazioni e tutti i popoli sono chiamati a diventare Suo popolo. Abbattiamo le mura e innalziamo ponti!
Questa memoria liturgica ci fa festeggiare l’amicizia più sincera. L’affetto di Gesù per i tre fratelli di Betania sia un modello anche per le nostre amicizie.