
Questi sono i Dodici
L’invio dei Dodici alle «pecore perdute della casa di Israele» ci invita a pensare che la missione inizia proprio in casa nostra, nelle nostre famiglie.
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L’invio dei Dodici alle «pecore perdute della casa di Israele» ci invita a pensare che la missione inizia proprio in casa nostra, nelle nostre famiglie.
Come Tommaso, anche noi scopriamo di essere familiari di Dio, di “essere di casa” per Lui. È un dono grande! Restiamo volentieri in questa “casa”!
Le due “colonne” della Chiesa condividono e ci offrono come testimonianza la stessa esperienza di liberazione dalle proprie miserie ad opera del Risorto.
“Barnaba” è il soprannome che tutti noi discepoli del Risorto dovremmo guadagnarci, in questo mondo sempre più silente davanti alle ingiustizie.
Il cammino della fede non è un «provare per credere», ma occorre prima credere, per vedere bene, con occhi diversi, con gli occhi interiori.
Solo il Signore sa quando sarà il momento che il successore di Pietro si dimetta o parta per il Cielo. Noi intanto preghiamo per lui e gli obbediamo.
Barnaba ci insegna che, per quanto importanti, le virtù (umane e spirituali) non bastano: occorre la forza dello Spirito Santo e una fede salda in Dio.
Mattia non viene scelto in base a criteri umani, ma accogliendo nella preghiera l’indicazione del Signore. Così deve essere nella Chiesa, sempre.
Anche noi, come Timoteo e Tito, abbiamo ricevuto il testimone della fede che ci ha resi discepoli e apostoli del Vangelo, per dare testimonianza al Signore.
La conversione di Paolo, più che tornare indietro sui propri passi, è stata un andare avanti, verso la conoscenza del vero volto di Dio: quello di Cristo Gesù.