Vie di fuga. 1ª Domenica di Avvento (C)
La vigilanza e la preghiera ci permettono di individuare le “vie di fuga” per “sbarcare” da questo viaggio terreno e approdare alla patria celeste.
Contenuti che riguardano l’argomento “attesa”
La vigilanza e la preghiera ci permettono di individuare le “vie di fuga” per “sbarcare” da questo viaggio terreno e approdare alla patria celeste.
Il mondo ha bisogno soprattutto dell’esempio di autentici testimoni del Vangelo. Il primo a darci l’esempio e la testimonianza è stato Cristo Gesù.
Visitando i sepolcri dei nostri cari, domandiamoci: cosa ci è rimasto di loro? L’Amore gratuito: è questo che rimarrà alla fine della vita, anche la nostra.
La vita di fede è gustare di essere figli di Dio e vivere la fedeltà al Padre non per paura o costrizione, ma nella gioia di appartenergli.
Il pensiero della venuta finale di Cristo non deve essere uno spauracchio per terrorizzarci, ma una luce che ci chiama a vivere nell’Amore sincero.
Per quanto Dio sia misericordioso e conceda a tutti di pentirsi, non ci si può prendere gioco di Lui in eterno, perciò la Sua giustizia sarà inesorabile.
La cosa importante è continuare a crescere, senza continuare a fare la conta dei risultati, perché il tempo della mietitura lo conosce il Signore.
L’attesa del credente non è caratterizzata dall’inquietudine o dall’ozio del vivere “alla giornata”, ma è piena di opere buone.
Il discepolo non è un qualcosa di bell’e pronto, ma un uomo da costruire pazientemente, sul fondamento, sulla pietra angolare che è Gesù Cristo.
Quando Pietro scrive «per voi i profeti preannunciavano la grazia» ci chiama in causa in modo forte, ricordandoci che gli «eletti» da Dio siamo noi.