I begli addormentati. 1ª Domenica di Avvento (B)
Siamo svegli solo per le cose futili, ma addormentati di fronte a ciò che rimanda al senso ultimo della nostra vita. Per questo il Signore ci chiama a vegliare.
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Siamo svegli solo per le cose futili, ma addormentati di fronte a ciò che rimanda al senso ultimo della nostra vita. Per questo il Signore ci chiama a vegliare.
Il dormire di Giuseppe non è indolenza o passività, ma completo abbandono in Dio, di cui ha assoluta fiducia e in cui si abbandona, tranquillo e sereno.
La Scrittura ha la pretesa di insegnarci la “ricetta” della felicità, e lo fa senza chiedere in cambio null’altro che di fidarci di Dio e di essere costanti.
Non si può attendere qualcosa in cui non si crede più. Se vogliamo davvero la pace, dobbiamo riconvertire «le lance in falci» e «indossare le armi della luce».
Esser pronti come ci chiede il Signore non è avere paura che torni di soppiatto per coglierci in fallo, ma non vedere l’ora che arrivi per fare festa con noi!
Gesù Risorto non è salito in cielo, ma è disceso definitivamente e in modo totalmente nuovo sulla terra, riempiendola per sempre della Sua presenza.
Cosa val la pena condividere? Maria ha scelto: non stupidaggini o chiacchiere, ma solo la “Notizia delle notizie”, il Vangelo, la promessa di Dio mantenuta
Ai nostri giorni si dice spesso che «c’è poco da stare allegri», invece la Liturgia ci invita alla gioia e alla letizia. Ci sarà un motivo…
Mentre la storia degli uomini va avanti a chiacchiere sempre uguali, la Parola di Dio è un avvenimento, che lascia il segno nel cuore di chi crede
Anche il nostro cuore ha bisogno di “mettersi a dieta”, per non appesantirsi. Andiamo dal Signore, il nostro medico di fiducia!